Iquique , giovedì, 18. gennaio, 2018 19:00 (ACI Stampa).
Tra quelli che accolgono Papa Francesco al Santuario di Nuestra Senora di Lourdes c’è anche un familiare delle vittime della repressione che è seguita al colpo di Stato del 1973.
Prima del pranzo con il seguito, Papa Francesco arriva nel santuario che è meta di pellegrinaggi da quasi un secolo. Ci sono dei bambini che lo aiutano a deporre un omaggio floreale alla statua della Madonna, dieci malati e poi un familiare, impegnato nel lavoro di recupero dei desaparecidos.
Si chiama Hector Marin Rosel: suo fratello fu sequestrato il 28 settembre del 1973. Morì quello stesso giorno, proprio ad Iquique. Ha detto al Papa: “Santità, metto nelle sue mani la speranza di incontrare i nostri detenuti scomparsi”. Ha anche sottolineato il valore del lavoro fatto dalla Chiesa Cattolica per i diritti umani.
Marin ha dato al Papa una lettera, in cui racconta la lotta portata avanti dai familiari delle vittime per incontrare i nostri detenuti scomparsi, e ha chiesto al Papa di fare un richiamo alle forze armate e al governo del Cile per “collaborare in questa crociata umanitaria”.
Si stimano circa 38 mila scomparsi durante la dittatura di Augusto Pinochet, che durò dal 1973 al 1990. I morti sono stati circa 2 mila. L’ultimo conto aggiornato, fatto nel 2011 da una commissione incaricata dal governo, porta il numero totale delle vittime a 40.018 e 600 mila arresti.