Santiago , martedì, 16. gennaio, 2018 21:58 (ACI Stampa).
Non esiste il “selfie vocazionale”. La vocazione esige che la foto te la scatti un altro: che possiamo farci? Inizia così Papa Francesco la sua riflessione per i religiosi i consacrati e i sacerdoti del Cile riuniti nella cattedrale di Santiago.
E parla di comunità insieme a Pietro. Dopo la morte di Gesù, c’è lo smarrimento dei discepoli e il turbamento per la morte del loro Maestro, “la morte di Gesù aveva messo in evidenza un vortice di conflitti nel cuore dei suoi amici”. Ma la peggiore tentazione è “stare a ruminare la desolazione”. Come il dolore “che hanno significato i casi di abusi contro minori e seguo con attenzione quanto fate per superare questo grave e doloroso male. Dolore per il danno e la sofferenza delle vittime e delle loro famiglie, che hanno visto tradita la fiducia che avevano posto nei ministri della Chiesa. Dolore per la sofferenza delle comunità ecclesiali; e dolore anche per voi, fratelli, che oltre alla fatica della dedizione avete vissuto il danno provocato dal sospetto e dalla messa in discussione, che in alcuni o in molti può aver insinuato il dubbio, la paura e la sfiducia. So che a volte avete subito insulti sulla metropolitana o camminando per la strada; che andare “vestiti da prete” in molte zone si sta “pagando caro”. Per questo vi invito a chiedere a Dio che ci dia la lucidità di chiamare la realtà col suo nome, il coraggio di chiedere perdono e la capacità di imparare ad ascoltare quello che Lui ci sta dicendo”.
C’è poi il tempo che passa “il Cile di oggi è molto diverso da quello che conobbi al tempo della mia giovinezza” dice il Papa “possiamo cadere nella tentazione di chiuderci e isolarci per difendere le nostre posizioni che finiscono per essere nient’altro che bei monologhi”. E allora se le reti sono vuote, che fare?
Allora ancora Pietro che si confronta “con parte di sé stesso. Con la parte della sua verità che molte volte non voleva vedere. Fece l’esperienza del suo limite, della sua fragilità, del suo essere peccatore”, così anche oggi per il Cile ci sono “ore cruciali nella vita dei discepoli, ma quella è anche l’ora in cui nasce l’apostolo”.
E’ il momento del perdono , Gesù vuole liberare Pietro “dalla tristezza e specialmente dal malumore”. La domanda sull’amore: “ Gesù interrogò Pietro sull’amore e insistette con lui finché lui poté dargli una risposta realistica: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene» . Così Gesù lo conferma nella missione. Così lo fa diventare definitivamente suo apostolo”.