Alba , mercoledì, 24. gennaio, 2018 9:00 (ACI Stampa).
“Mi protendo in avanti”. Questa espressione, tratta dalle Lettere di San Paolo, ad un orecchio non allenato forse direbbe nulla o tanto poco che non cambierebbe niente nella sua vita o in quella degli altri. Eppure ha completamente modificato il modo di vivere e di agire per moltissime persone. Giacomo Alberione (1884-1971) ne ha fatto il suo punto di forza per scalare le vette della sua personale santità, nella difficile missione di annunziare il Vangelo. Descrivere la vita di questo pioniere dei moderni mass media, è un'impresa titanica a cui una vita non basterebbe. Cosa ha fatto il piccolo prete piemontese è davvero stupefacente.
Per dirla in breve: ha fondato nove congregazioni religiose (sacerdoti, laici, suore, istituti di vita consacrata, apostoline, suore claustrali...), ha creato, dal nulla e con pochissimi mezzi economici, la casa editrice Paoline, differenti riviste e libri, per la divulgazione del Vangelo, ha fatto del cinema in un'epoca in cui l'impresa cinematografica seguiva altri dettami del tutto divergenti da quelli professati dal prete di Alba. Ma più di tutto ha amato il Cristo.
Questa meravigliosa storia nasce difronte ad un'adorazione Eucaristica, più di un secolo fa. Nella notte del 1 gennaio 1900, nel seminario di Alba, Giacomo Alberione ebbe dal Signore un'illuminazione del tutto speciale: fare qualcosa per gli uomini del suo tempo.
Oggi questo fa sorridere, facebook, twitter, community. La nostra società non ha, davvero, bisogno di nuovi mezzi di comunicazione, forse ha più necessità di buoni contenuti. Ma all'epoca, era già tanto se alcuni sapevano leggere ed altri scrivere. Eppure Don Alberione ha compreso che vi era la necessità di cambiar pulpito ed uscire dalle sagrestie, per entrare nelle case della gente. Così ha fatto.