Castelverde , martedì, 16. gennaio, 2018 9:00 (ACI Stampa).
Castelverde di Lunghezza (Tivoli), il sole splende alto in cielo e la primavera, con una straordinaria vitalità di fiori e colori, è alle porte. Era il 1961 e sull'uscio di un convento, in questa amena località, c'è una piccola suora che sta aspettando alcune person e che a lei si sono rivolte per problemi personali. E' affabile, tranquilla, dall'aspetto materno e molto semplice. Nulla di eccezionale, ma ha qualcosa di particolare:è straordinariamente sorridente. Chi è ? Suor Dolores Barone.
Adelina Barone (questo il suo nome, prima di entrare in convento) nasce il 10 novembre 1912, in un piccolo paesino della Calabria, in provincia di Cosenza, Fiumefreddo. Più di un secolo fa. Il mondo era totalmente, differente da quello di oggi ma certamente non è difficile immaginare la vita che si svolgeva in quel tempo, seminata di sacrifici e difficoltà affrontate, alle volte, con la certezza che c'è un Padre celeste che “nutre gli uccelli del cielo e non si dimentica dei suoi figli” (Mt.6,25-34). La famiglia di Adelina era numerosa (sette fratelli, di cui alcuni morti in tenere età).
La piccola, prima dell'entrata in convento, aiutava la famiglia nelle cose di casa, come tante ragazze della sua età. Ma, dentro di lei, qualcosa stava mutando. Il Signore chiedeva qualcosa di più a questa giovane ragazza. E con sentimenti di generosa disponibilità, il 15 maggio del 1935, entrò nel convento delle Suore Francescane dei Sacri Cuori, fondate dal servo di Dio, padre Simpliciano della Natività (1827-1898).
Già dall'anno di noviziato, tempo per discernere la propria vocazione alla vita religiosa, la giovane si dimostrava molto disponibile in tutto ciò che le veniva affidato. Soprattutto stupiva le consorelle per una straordinaria poliedricità, nel saper fare differenti attività che poi seppe impiegare, per il bene del prossimo. Oltre alla preghiera ed ad una vita di mortificazione, imparerà a cucire (tanto che, nei conventi dove sarà inviata, creerà piccole scuole per insegnare, alle ragazze, ad impratichirsi, in questa abilità); cucinare (alcuni dolci tipici della sua terra) ed essere di aiuto e sostegno, mostrando un carattere allegro e contento, pronto a sacrificarsi per gli altri.
Il suo assillo, oltre ad una vita di intensa spiritualità francescana, saranno sempre gli altri in difficoltà. Aiutava tutti coloro bussavano alla porta del suo cuore, senza distinzione di sorte. Già da questi anni, ad ascoltare le testimonianze di tante persone che la conobbero, il Signore la visitò, con tanti talenti, che facevano presagire quanto bene potesse compiere.