Carpi , domenica, 24. dicembre, 2017 10:00 (ACI Stampa).
Il modo migliore per prepararci al Santo Natale consiste nella meditazione del testo dell’Annunciazione, che la chiesa propone nella quarta domenica di Avvento. Si tratta di un evento che accade a Nazareth, uno sperduto villaggio della Galilea, che poteva contare- così dicono gli archeologi – circa 150 abitanti e che vede coinvolta una giovane vergine di nome Maria. A lei, tuttavia, l’Angelo si rivolge chiamandola “piena di grazia”. Come accade in tante storie di vocazioni, Dio cambia il nome del chiamato e la vergine da Maria diviene “piena di grazia” cioè “Amata da Dio”.
Inoltre, l’espressione italiana “Ti saluto” sarebbe meglio che fosse espressa con “Rallegrati”. Si tratta di un invito che viene rivolto diverse volte dai profeti alla Figlia di Sion, personificazione del popolo di Israele. Il motivo della gioia è dovuto al fatto che il Salvatore, il Messia sta per arrivare. E’ consolante costatare che la prima parola di Dio all’umanità è una parola di gioia, di consolazione e di amore.
Maria è colei che Dio ha scelto per portare a termine le promesse di Dio. Di fronte ad un evento così inatteso ed in contrasto con la scelta della verginità, Maria si interroga: “Com’è possibile questo?”. L’angelo le rivela la singolarità della concezione in lei del Figlio di Dio: essa non avverrà per conoscenza di uomo, ma per la discesa dello Spirito Santo, che l’avvolgerà con la sua ombra.
Nel libro della Genesi si racconta che lo Spirito si librava sulle acque per fecondarle, dare la vita (cfr. Gen capp. 1 e 2). Ora lo Spirito Santo scende su Maria e con la sua potenza generatrice rende fecondo il suo grembo ed essa diviene dimora di Dio. Appare evidente che la nascita di Gesù non nasce dalle possibilità umane, ma è “dono della possibilità di Dio”: “Nulla è impossibile a Dio”. Anche la sterilità di Elisabetta è stata vinta dalla possibilità di Dio.
Dio ha posto la salvezza dell’umanità nelle mani di una giovane fanciulla che poteva anche rifiutarsi. Ha invece acconsentito: “Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Si tratta di un “sì” che ha cambiato radicalmente la sua vita e ha portato al mondo la presenza stessa di Dio che si prende cura dell’uomo.
San Bernardo di Chiaravalle dirà: “O vergine, dà subito la tua risposta al Signore; pronuncia la parola che la terra, gli inferi e i cieli aspettano. Dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, il riscatto dei prigionieri, la salvezza di tutti i figli di Adamo.
Cristo, dunque, è figlio di Maria e “figlio dell’Altissimo”. E’ Persona divina, “della stessa sostanza del Padre”. La solennità del Natale e le feste ad essa collegate professano la fede della Chiesa in Gesù Cristo vero uomo e vero Dio. Se questa verità non emerge con chiarezza, tutte le altre ne restano compromesse.