Città del Vaticano , giovedì, 21. dicembre, 2017 11:15 (ACI Stampa).
L’importanza del rapporto con le nazioni, ma anche di quello con i vescovi locali. Il peso dell’ecumenismo, ma anche quello del dialogo interreligioso: dopo aver parlato dell'impegno della Curia ad essere "antenne emittenti e riceventi", nella seconda parte del suo discorso alla Curia per gli auguri natalizi, Papa Francesco torna allo schema classico, spiegando l’importanza del lavoro della Curia.
Quest’anno, è il lavoro verso l’esterno della Curia ad essere oggetto delle attenzioni del Papa. A partire dal Rapporto con le Nazioni, campo in cui “gioca un ruolo fondamentale la diplomazia pontificia”, che fa della Santa Sede “un costruttore di ponti, di pace e di dialogo e delle nazioni” e che Papa Francesco definisce una diplomazia “della mano tesa e della porta aperta”.
“La Santa Sede – spiega il Papa – è presente sulla scena mondiale per collaborare con tutte le persone e le nazioni di buona volontà”, per ribadire “l’importanza di custodire la nostra casa comune”, di affermare “che le guerre portano solo morte e distruzione” e per attingere dal passato insegnamenti che ci aiutano a vivere meglio il presente, a costituire solidamente il futuro e salvaguardarlo per le nuove generazioni”.
Mezzi per raggiungere l’obiettivo sono gli incontri con i capi delle Nazioni e le delegazioni e i viaggi apostolici, ed è questo il motivo per cui – spiega Papa Francesco – è stata istituita la Terza Sezione della Segreteria di Stato, segnalando una particolare attenzione per il personale diplomatico che si basa “sulla duplice dimensione” del servizio pastorale e di quello diplomatico”.
Il Papa ha sottolineato poi l’importanza della relazione con le Chiese particolari, perché la Curia non ha solo come punto di riferimento “il vescovo di Roma”, ma anche “le Chiese particolari e i loro pastori”. Una sollecitudine che Papa Francesco ha voluto sottolineare con la nuova forma delle visite ad limina, fatte di “un dialogo di reciproco ascolto, libero, riservato, sincero, che va oltre gli schemi protocollari”.