Tokyo , lunedì, 18. dicembre, 2017 14:00 (ACI Stampa).
L’unico impegno di stamattina per Papa Francesco è stato un video collegamento speciale con l’Università gesuita di Tokyo, la Sophia University, un'università privata di ricerca con sede in Giappone e campus principale collocato vicino alla stazione di Yotsuya, in un quartiere di Tokyo chiamato Chiyoda. La Sophia University fu fondata dai gesuiti nel 1913. Papa Francesco ha dialogato con gli studenti della prestigiosa università toccando vari argomenti e tesi. I Giovani, i migranti, la religione, il denaro, l’ambiente.
Prima del collegamento, agli studenti è stato presentato un video degli ultimi anni della Chiesa Cattolica e dei Pontefici: dall’elezione di Giovanni Paolo II, alla rinuncia di Benedetto XVI, al Pontificato di Francesco.
Il Papa risponde alla domanda di una ragazza del terzo anno di teologia, battezzata quest’anno. “Qual è stata la sua gioia più grande da quando lo hanno eletto Papa?”, chiede la studentessa al Pontefice. Francesco si congratula con lei per lo studio della teologia: “Le donne che studiano teologia possono arrivare ad una profondità a cui non arrivano gli uomini”. “Non è solo una la gioia, sono tante le gioie – risponde il Papa alla domanda - mi piace quando posso stare con la gente, salutarla, quando posso conversare con i bambini, anziani, gli infermi. Mi aiuta molto stare con la gente, mi fa sentire più giovane. E questo mi da molta allegria, gioia. Queste sono le gioie più grandi da Pontefice”.
Un’altra domanda arriva da un ragazzo che studia ingegneria. La questione riguarda l’educazione universitaria. “Qual è il principale obiettivo degli studi universitari?” chiede lo studente a Francesco. “Per arrivare più in alto si arriva a cose brutte – commenta il Papa - per esempio salire sulla testa degli altri. L’educazione deve essere invece una crescita armonica della persona. Usare tutti i 3 linguaggi umani che abbiamo: dell’intelletto, del cuore, il linguaggio della mano. Un’educazione vera deve armonizzare questi 3 linguaggi, cosi alla fine degli studi avremo un uomo o una donna che sente quello che pensa e fa, e che farà quello che sente e pensa. L’armonia non è equilibrio, ma è sempre aperta al servizio e adesso faccio un passo in più: un’educazione che non pensa ai più va incontro alla rovina, un’educazione involutiva che guarda se stessa e questo è pericoloso. La frase della vostra università è relativa al servizio, è un concetto molto ricco. Ogni volta che pensiamo all’educazione guardiamola come armonia attiva a questi 3 linguaggi”.
Una studentessa di ingegneria pone al Papa una domanda sui giovani: “Quali sono le sue preoccupazioni e le sue speranze più grandi per i giovani di oggi?”. “Sui giovani normalmente dicono che sono la speranza del futuro – dice Papa Francesco - spero che abbiano la forza di andare avanti, ma mi preoccupa una certa accelerazione nelle relazioni e nelle espressioni che fanno perdere ai giovani la memoria e le radici. La mia più grande preoccupazione per i giovani è che perdano le radici culturali, storiche, umane. Giovani, senza radici. Circa 26 anni fa ho visto un film di Kurasawa “rapsodia in Agosto” , Kurosawa tocca il dialogo tra giovani e anziani, in questo caso bambini e nonni. I bambini hanno incontrato le radici. Le radici sono nascoste per questo ci vuole memoria per trovarle. I giovani si abituino a parlare con gli anziani. Bisogna cercarle le radici della patria, della famiglia, del vostro essere umano. Perché non hanno possibilità di fiorire, c’è una poesia di un argentino Bernardes, perché io ho capito che il fiore dell’albero viene da sotto”. “Questa argomentazione delle radici va in tre tempi – continua ancora il Papa rispondendo alla domanda - passato la memoria, il presente la sfida, il futuro la promessa. I giovani non devono stare quieti, devono essere sempre in movimento in tutto il loro essere, però radicati nelle loro radici. La mia preoccupazione sono i giovani quieti, che si sentono già arrivati a 25 anni e si trovano in un benessere che li annulla. Invece di essere giovani che camminano verso un futuro, “i giovani divano”, i giovani da museo. Con un giovane cosi il mondo cambia totalmente”.