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Il Papa: "La famiglia è sempre l'ospedale più vicino"

Papa Francesco, Udienza generale del 10 giugno 2015 |  | Petrik Bohumil - CNA Papa Francesco, Udienza generale del 10 giugno 2015 | | Petrik Bohumil - CNA

La famiglia e la malattia. E' il tema centrale della catechesi di stamane del Papa nel corso della consueta udienza generale del mercoledì. Si tratta – ha osservato Francesco – di “un aspetto molto comune nella vita delle nostre famiglie. È un’esperienza della nostra fragilità, che viviamo per lo più in famiglia, fin da bambini, e poi soprattutto da anziani: nell’ambito dei legami familiari, la malattia delle persone cui vogliamo bene è patita con un di più di sofferenza e di angoscia. È l’amore che ci fa sentire questo di più. Tante volte per un padre e una madre, è più difficile sopportare il male di un figlio, di una figlia, che non il proprio. Ancora oggi, in tante parti del mondo l’ospedale è un privilegio per pochi, e spesso è lontano. Sono la mamma, il papà, i fratelli, le sorelle, le nonne che garantiscono le cure e aiutano a guarire. La famiglia è stata da sempre l’ospedale più vicino”.

Ricordando i tanti incontri di Gesù con gli ammalati, il Pontefice ha denunciato: “Se penso alle grandi città contemporanee, mi chiedo dove sono le porte davanti a cui portare i malati sperando che vengano guariti!”. Gesù – ha aggiunto - “non si è mai sottratto alla loro cura, non è mai passato oltre, non ha mai voltato la faccia da un’altra parte. E quando un padre o una madre, oppure anche semplicemente persone amiche gli portavano davanti un malato perché lo toccasse e lo guarisse, non metteva tempo in mezzo: la guarigione veniva prima della legge, anche di quella così sacra come il riposo del sabato. I dottori della legge lo rimproveravano perché guariva il sabato, faceva il bene il sabato. Ma l’amore di Gesù era dare la salute, fare il bene, e questo lo faceva sempre”.

Pertanto, compito specifico della Chiesa – ha osservato Papa Bergoglio - è “aiutare i malati, non perdersi in chiacchiere. Aiutare sempre, consolare, sollevare, essere vicino ai malati”. “Una mamma - ha ancora spiegato - quando chiede aiuto per la sua creatura, non cede mai! Tutti lo sappiamo questo: le mamme lottano per i figli”, così “la Chiesa invita alla preghiera continua per i propri cari colpiti dal male: la preghiera per i malati non deve mai mancare. Anzi dobbiamo pregare di più, sia personalmente sia in comunità”.

In famiglia “è importante educare i figli fin da piccoli alla solidarietà nel tempo della malattia: un’educazione che tiene al riparo dalla sensibilità per la malattia umana inaridisce il cuore e fa sì che i ragazzi siano anestetizzati verso la sofferenza altrui, incapaci di confrontarsi con la sofferenza e di vivere l’esperienza del limite”. Secondo il Papa “il tempo della malattia fa crescere la forza dei legami familiari”. Di fronte alla malattia dei propri cari le famiglie compiono vere e proprie “eroicità nascoste, e si fanno con tenerezza e con coraggio”.

Concludendo Papa Francesco ha sottolineato come “la comunità cristiana” sappia “bene che la famiglia, nella prova della malattia, non va lasciata sola”. “Dobbiamo dire grazie al Signore per quelle belle esperienze di fraternità ecclesiale che aiutano le famiglie ad attraversare il difficile momento del dolore e della sofferenza. Questa vicinanza cristiana, da famiglia a famiglia, è un vero tesoro per una parrocchia: un tesoro di sapienza, che aiuta le famiglie nei momenti difficili e fa capire il Regno di Dio meglio di tanti discorsi. Sono le carezze di Dio”.

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