Città del Vaticano , mercoledì, 13. dicembre, 2017 15:00 (ACI Stampa).
“Le iniziative che questo organismo compie vogliono essere una manifestazione dell'amore di Dio e della presenza materna della Chiesa in mezzo a tutti gli uomini, in particolare dei più poveri tra i poveri”. Lo scrive il Papa nel messaggio al Cardinale Turkson, in occasione del 25° anniversario della creazione della Fondazione Populorum Progressio per l’America Latina.
“La situazione in America Latina - sottolinea Francesco - richiede un impegno più forte, al fine di migliorare le condizioni di vita di tutti, senza escludere nessuno, combattendo anche contro l'ingiustizia e la corruzione, al fine di ottenere il miglior risultato degli sforzi dispiegati. Nonostante le potenzialità dei paesi latinoamericani la crisi economica e sociale, aggravata dalla piaga del debito estero che paralizza lo sviluppo ha colpito la popolazione aumentando povertà, disoccupazione e disuguaglianza sociale, contribuendo al contempo allo sfruttamento e all'abuso della nostra casa comune , ad un livello che non avevamo mai immaginato prima. Quando un sistema economico mette al centro solo il dio denaro, si innescano le politiche di esclusione e non c'è posto per uomini o donne. L'essere umano, quindi, crea quella cultura dello scarto che comporta sofferenza, privando così tanti del diritto di vivere felici”.
Di fronte a tutto questo - ricorda il Papa - “la Chiesa è chiamata ad essere vicina e a toccare nel prossimo la carne di Cristo, che è anche la misura del giudizio di Cristo”.
Dobbiamo - conclude il Pontefice - tendere la mano ai fratelli “in modo che si alzino, tornando a vivere una vita dignitosa. Solo in questo modo possono diventare protagonisti del proprio sviluppo umano integrale, recuperando la loro dignità di esseri umani amati e desiderati da Dio, per contribuire anche al progresso economico e sociale del loro paese con tutta la ricchezza che essi custodiscono nei loro cuori e nella loro cultura E questo sviluppo umano sarà il lavoro di tutti perché sarà il frutto di uno sforzo comune che, attraverso i mezzi forniti in modo così generoso dalle comunità ecclesiali, trasforma il rifiuto in una risorsa autentica, non solo per un paese ma anche per il beneficio di tutti l’umanità".