Berlino , mercoledì, 10. giugno, 2015 10:00 (ACI Stampa).
La nomina del nuovo arcivescovo di Berlino era annunciata in Germania da almeno una settimana. Ma in Italia di lui si sa poco. Si sapeva solo che è stato uno dei partecipanti al “sinodo ombra” organizzato dal Cardinale Marx che si è svolto a fine maggio a Roma e che ha trovato molte difficoltà ad essere ospitato. Tanto che alla fine è stato accolto nel “ Centro congressi” gestito da Roma eventi, nemmeno alla Gregoriana come riportato da alcuni media.
Henier Koch si occupa nella Conferenza Episcopale tedesca, che ha sponsorizzato l’evento e scelto i giornalisti che potevano partecipare, della commissione matrimonio e famiglia. E in questa vesta parteciperà al Sinodo del 2015 in Vaticano. Per ottobre non sarà ancora cardinale, ma considerando che i suoi predecessori lo sono stati è ovvio che il suo peso nell’assemblea sarà grande.
Difficile però definire a pieno le sue opinioni in proposito dei temi più “caldi, o meglio “mediatici” del sinodo. In alcune interviste rilasciate a media tedeschi l’arcivescovo difende la sacramentalità del matrimonio e la sua indissolubilità, ma lascia degli spiragli. Le sue posizioni sono quelle che la Chiesa cattolica in Germania sembra prediligere. Ma non è corretto definire Koch un “liberale”.
Nel 2012, ad esempio, disse che certi argomenti come il celibato sacerdotale non sono da discutere all’infinito perchè il magistero è chiaro.
Ma a proposito dell’accesso al Sacramento della Eucaristia per i divorziati risposati si è espresso laconicamente in una intervista dello scorso febbraio, concedendo che potrebbero averlo “a determinate condizioni. Come ad esempio dopo una lunga conversazione con un confessore”. Inoltre ha parlato della ricerca di “una soluzione teologicamente fondata.”.