Città del Vaticano , martedì, 9. giugno, 2015 11:43 (ACI Stampa).
Parla chiaramente della necessità della identità cristiana Papa Francesco, anche, come ha detto più volte, per poter entrare in dialogo con chi non è cristiano. Questa mattina nella omelia della messa a Santa Marta il Papa ha messo in guardia da chi vuole trasformare il cristianesimo in una “bella idea” e chi ha invece sempre bisogno “di novità dell’identità”. Quindi, ha ribadito che un altro rischio per la testimonianza cristiana è la mondanità di chi “allarga la coscienza” così tanto da farci entrare dentro tutto. “Per arrivare a questa identità cristiana”, Dio “ci ha fatto fare un lungo cammino di storia” fino a quando inviò suo Figlio.
Cammino che ognuno è tenuto a compiere “perché questa identità cristiana sia forte” così da poterne dare “testimonianza”. “E’ un cammino – ha ripreso – che possiamo definire dalla ambiguità alla vera identità”:
E se anche il peccato ci fa cadere “noi abbiamo la forza del Signore per alzarci e andare con la nostra identità. Ma io direi anche che il peccato è parte della nostra identità: siamo peccatori, ma peccatori con la fede in Gesù Cristo. E non è soltanto una fede di conoscenza, no. E’ una fede che è un dono di Dio e che è entrata in noi da Dio. E’ Dio stesso che ci conferma in Cristo. E ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo, ci ha dato la caparra, il pegno dello Spirito nei nostri cuori. E’ Dio che ci dà questo dono dell’identità”.
E la vera garanzia è lo Spirito Santo “il pegno nel nostro cuore, ci porti avanti nella vita”. Non siamo persone che vanno “dietro ad una filosofia”, ha avvertito, “siamo unti” e abbiamo la “garanzia dello Spirito”.
Non una religione soft quindi e che deve essere attenta a due vie pericolose: “Prima quella del passare dalla testimonianza alle idee, annacquare la testimonianza, per non passare ad “religione un po’ soft, sull’aria e sulla strada degli gnostici. Dietro c’è lo scandalo.”