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Ecumenismo in Italia, presto un tavolo di collegamento tra le confessioni cristiane

Papa Francesco e Bartolomeo | Papa Francesco saluta il Patriarca Bartolomeo al pranzo durante l'incontro per la pace di Assisi, 20 settembre 2016 | L'Osservatore Romano / ACI Group Papa Francesco e Bartolomeo | Papa Francesco saluta il Patriarca Bartolomeo al pranzo durante l'incontro per la pace di Assisi, 20 settembre 2016 | L'Osservatore Romano / ACI Group

A partire da oggi, dovrebbe cominciare a funzionare il tavolo di lavoro che si propone di unire in un “collegamento” tutte le confessioni cristiane in Italia.

La proposta, che già sapeva di annuncio ufficiale, è arrivata da don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della CEI, chiudendo ad Assisi il convegno “Nel nome di Colui che ci riconcilia tutti in un solo corpo” (20-22 novembre).

“È necessario, imprescindibile, non solo opportuno – ha detto don Bettega – mettere in piedi un organismo di collegamento tra le Chiese cristiane presenti in Italia. Un ‘qualcosa che ci permette di stare collegati. Se, forse, anche nel recente passato, non è stato possibile, ora i tempi sono maturi. Ce lo chiede il Vangelo”.

L’idea è quella di realizzare una piattaforma di coordinamento permanente, andando oltre alle iniziative della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, stabilita per la terza settimana di gennaio. Il sogno è quello poi di avere un secondo coordinamento, con “un posto a tavola” in più, dedicato alla religione ebraica. I rapporti con i “fratelli maggiori” ebrei sono, d’altronde, coordinati in Vaticano da una commissione che si trova nel Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e non – come si potrebbe generalmente pensare – nel Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.

L’appuntamento di oggi rappresenta un primo passo. I coordinatori di questo nuovo progetto sono don Bettega, il pastore Luca Negro, presidente della Federazione della Chiese evangeliche in Italia, e padre Evangelios Yfantidis, della arcidiocesi ortodossa di Italia e Malta.

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Come sarà delineato questo coordinamento, è ancora tutto da vedere. Certo, è particolarmente simbolico che avvenga alla viglia della festa di San Nicola, da quest’anno memoria obbligatoria del Lezionario Romano, mentre fino all’anno scorso era facoltativa.

Una scelta, quella di ricordare sempre San Nicola, fatta proprio per favorire una promozione a tutti i livelli dell’ecumenismo. E se lo scorso anno, in questo periodo, c’era il Patriarca Ortodosso Bartolomeo in visita in Puglia a sottolineare l’importanza del dialogo tra confessioni cristiane, è stato proprio nel segno di San Nicola e della traslazione delle sue reliquie in Russia che si è portato avanti il dialogo con il Patriarcato di Mosca, facendo seguito ad una richiesta che il Patriarca di Mosca Kirill aveva fatto direttamente a Papa Francesco nel loro storico incontro a La Habana.

Non va dimenticato, poi, il ruolo da ponte che possono fare le Chiese cattoliche sui iuris di rito orientale. E forse non è per caso che il prossimo incontro dei vescovi europei delle Chiese sui iuris di rito orientale si terrà nell'Eparchia di Lungro degli Italo Albanesi in Italia.  I tempi sono insomma maturi. Si tratta di raccogliere i frutti.