Dhaka , venerdì, 1. dicembre, 2017 12:50 (ACI Stampa).
Nel giardino dell’Arcivescovado di Dhaka si prega per la pace. In uno spazio bellissimo, che può accogliere circa 5 mila persone, danze tradizionali, canti e inni accolgono Papa Francesco. E’ giunto il momento dell’incontro interreligioso ed ecumenico per la pace.
Sono presenti i 5 rappresentanti di comunità religiose (musulmana, hindu, buddista, cattolica) e della società civile. Si canta insieme per la pace. Un solo coro unisce mille voci.
Papa Francesco è entusiasta: “Le parole che abbiamo ascoltato, ma anche i canti e le danze che hanno animato la nostra assemblea, ci hanno parlato in modo eloquente del desiderio di armonia, fraternità e pace contenuto negli insegnamenti delle religioni del mondo”. “In Bangladesh – continua il Papa - dove il diritto alla libertà religiosa è un principio fondamentale, questo impegno sia un richiamo rispettoso ma fermo a chi cercherà di fomentare divisione, odio e violenza in nome della religione”.
Per Francesco è necessaria “un’ apertura del cuore, in modo da vedere gli altri come una via, non come un ostacolo”. E ne elenca le caratteristiche essenziali.
In primo luogo, essa è una porta. “Non è una teoria astratta, ma un’esperienza vissuta – commenta Papa Francesco - ci permette di intraprendere un dialogo di vita, non un semplice scambio di idee. Richiede buona volontà e accoglienza, ma non deve essere confusa con l’indifferenza o la reticenza nell’esprimere le nostre convinzioni più profonde. Impegnarsi fruttuosamente con l’altro significa condividere le nostre diverse identità religiose e culturali, ma sempre con umiltà, onestà e rispetto”.