Yangoon , mercoledì, 29. novembre, 2017 12:35 (ACI Stampa).
A Yangon Papa Francesco parla anche ai Vescovi. Li incontra tutti in un salone del complesso della Cattedrale di Yangon, attiguo all’Arcivescovado. Il Pontefice viene accolto dal Presidente della Conferenza Episcopale, Monsignor Felix Lian Khen Thang, Vescovo di Kalay; con lui i 22 Vescovi del Myanmar. Francesco divide il suo pensiero in tre parole: guarigione, accompagnamento e profezia.
La prima, guarigione. “Il Vangelo che predichiamo è soprattutto un messaggio di guarigione, riconciliazione e pace – inizia il Papa - qui in Myanmar, tale messaggio ha una risonanza particolare, dato che il Paese è impegnato a superare divisioni profondamente radicate e costruire l’unità nazionale. Le vostre greggi portano i segni di questo conflitto e hanno generato valorosi testimoni della fede e delle antiche tradizioni; per voi dunque la predicazione del Vangelo non dev’essere soltanto una fonte di consolazione e di fortezza, ma anche una chiamata a favorire l’unità, la carità e il risanamento nella vita del popolo”.
Per Francesco “la comunità cattolica in Myanmar può essere orgogliosa della sua profetica testimonianza di amore a Dio e al prossimo, che si esprime nell’impegno per i poveri, per coloro che sono privi di diritti e soprattutto, in questi tempi, per i tanti sfollati che, per così dire, giacciono feriti ai bordi della strada”.
Aggiunge a braccio il Papa: "Ricordate che la Chiesa è un ospedale. La vostra prima missione e’ guarire".
La seconda parola di Papa Francesco ai Vescovi del Myanmar è accompagnamento. “Un buon Pastore – commenta il Papa - è costantemente presente nei riguardi del suo gregge, conducendolo mentre cammina al suo fianco”. Il pensiero del Pontefice argentino passa immediatamente all’accompagnamento dei giovani: “Soprattutto, vorrei chiedervi un impegno speciale nell’accompagnare i giovani. Occupatevi della loro formazione ai sani principi morali che li guideranno nell’affrontare le sfide di un mondo in rapido cambiamento. Soprattutto nelle sfide di un mondo minacciato dalle colonizzazione ideologiche e culturali. Il prossimo Sinodo dei Vescovi non solo riguarderà tali aspetti, ma interpellerà direttamente i giovani, ascoltando le loro storie e coinvolgendoli nel comune discernimento su come meglio proclamare il Vangelo negli anni a venire. Una delle grandi benedizioni della Chiesa in Myanmar è la sua gioventù e, in particolare, il numero di seminaristi e di giovani religiosi. Nello spirito del Sinodo, per favore, coinvolgeteli e sosteneteli nel loro percorso di fede, perché sono chiamati, attraverso il loro idealismo ed entusiasmo, a essere evangelizzatori gioiosi e convincenti dei loro coetanei”.