Yangoon , mercoledì, 29. novembre, 2017 3:43 (ACI Stampa).
"Sono venuto come pellegrino per ascoltare e imparare da voi, e per offrirvi alcune parole di speranza e consolazione". Così Papa Francesco nell'omelia della Messa - la prima celebrata in Myanmar - presso il Kyaikkasan Ground di Yangoon, a cui hanno preso parte circa 150.000 fedeli.
Commentando le Letture, il Papa ricorda che "l'interprete definitivo dei misteri di Dio è Gesù. Egli è la sapienza di Dio in persona. Gesù non ci ha insegnato la sua sapienza con lunghi discorsi o mediante grandi dimostrazioni di potere politico e terreno, ma dando la sua vita sulla croce".
Non basta fare affidamento su noi stessi - prosegue il Pontefice - poichè è facile perdere l'orientamento, pertanto "è necessario ricordare che disponiamo di una sicura bussola davanti a noi, il Signore crocifisso. Nella croce, noi troviamo la sapienza, che può guidare la nostra vita con la luce che proviene da Dio".
Insieme alla sapienza troviamo - aggiunge - "la guarigione. Molti in Myanmar portano le ferite della violenza, sia visibili che invisibili. La tentazione è di rispondere a queste lesioni con una sapienza mondana che è profondamente viziata. Pensiamo che la cura possa venire dalla rabbia e dalla vendetta. Tuttavia la via della vendetta non è la via di Gesù. La via di Gesù è radicalmente differente. Quando l’odio e il rifiuto lo condussero alla passione e alla morte, Egli rispose con il perdono e la compassione".
Attraverso il dono dello Spirito Santo "Gesù - sottolinea il Papa - rende capace ciascuno di noi di essere segno della sua sapienza, che trionfa sulla sapienza di questo mondo, e della sua misericordia, che dà sollievo anche alle ferite più dolorose".