Roma , martedì, 28. novembre, 2017 14:00 (ACI Stampa).
“Un weekend di fraternità, un weekend per crescere. Quando qualche anno fa mi fu chiesto per la prima volta di servire la fraternità ci fu un attimo di panico: E ora che si fa? Ma soprattutto come si fa? Sono queste le domande che ci hanno spinto, consigli regionali e nazionale, a programmare questa esperienza. Sì perché ci ritroviamo inevitabilmente, la maggior parte delle volte, a improvvisarci animatori e formatori”. Sono le parole del Presidente della Gioventù Francescana d’Italia, Riccardo Insero, alla scuola di formazione nazionale tenutasi a Montesilvano dal 10 al 12 novembre.
La preghiera, la formazione, l'evangelizzazione, l'annuncio. Ognuna di queste “categorie” è trattata e valorizzata da tutti i livelli della GiFra d’Italia: locali, regionali e nazionali. Per questo, la comunità francescana che riunisce tutti i giovani sul territorio, i gifrini, ha sentito l'esigenza di “fare e dare una formazione” a livello nazionale. Per dare delle linee guida, cosicché tutte le fraternità possano lavorare andando verso un unico obiettivo: l’incontro con il Padre. Ringraziando e servendo Dio. Proprio come il Santo di Assisi. E il titolo di questa “nuova scuola”.
“La nostra è una esperienza di amore che va a braccetto con l'esperienza di fede – continua il Presidente della GiFra durante la presentazione della scuola – e si colloca in una relazione, in un Tu. Da qui la scelta del titolo, “Ringraziate e Servite”, per guardare ancora una volta a Francesco di Assisi come ad un modello. Lui sapeva infatti, un po' come un elastico, rifugiarsi in Lui per andare nel mondo, e dal mondo tornare a Lui, alla fonte e nuovamente ripartire in uno splendido e sapiente andirivieni.”
Ma cosa significa “ringraziare e servire” all'interno dei settori di impegno? E quali sono i progetti nati dai desideri della Gi.Fra. d’Italia per il prossimo anno fraterno? A rispondere a queste domande sono i responsabili di ciascun settore d'impegno del consiglio nazionale che, insieme alle commissioni nazionali, hanno reso il weekend di formazione un'occasione per crescere. Il servizio a cui ciascun animatore fraterno è chiamato nasce dall'incontro con il Signore per raggiungere il prossimo.
“A volte quando pensiamo al “come” e al “quando” un francescano dovrebbe essere presente nel mondo- risponde Francesco Marciano, responsabile per il settore EPM - il nostro primo pensiero è rivolto alla concretezza, al fare, alla realizzazione di piccole o grandi iniziative solidaristiche. Tutto ciò sicuramente non è errato, ma non può prescindere dal nutrimento vitale che alimenta e da senso alle nostre opere, definendo il “perché” siamo chiamati ad essere presenza viva nel mondo. Peraltro, anche il nostro fare operoso non può essere frutto di improvvisazione. Affinché la nostra azione sia veramente efficace, è fondamentale indagare le necessità e i bisogni del territorio in cui viviamo e delle persone che lo abitano, di modo da offrire un servizio che sia anche di qualità, caratterizzato dalla progettualità e rafforzato dalla formazione”.