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Il Signore regna per liberare, non per opprimere. Solennità di Cristo Re

Cristo in gloria |  | Centro Aletti Cristo in gloria | | Centro Aletti

Si conclude con questa domenica l’Anno Liturgico. Con domenica prossima inizieremo il Tempo di  Avvento. Oggi la Chiesa con la solennità di Cristo Re dell’Universo annuncia che Cristo, Redentore e Salvatore dell’uomo, è la meta del nostro pellegrinaggio terreno. 

Scrive il Concilio Vaticano II: Il Signore è il fine della storia umana, il punto focale dei desideri della storia e della civiltà, il centro del genere umano, la gioia di ogni cuore, la pienezza delle loro aspirazioni (GS 45). La regalità di Cristo non nasce dalla forza delle armi, dalla prepotenza umana, ma dall’esperienza della sua morte e della sua resurrezione. Gesù risorto, quando apparve agli apostoli, disse: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra”. Questo potere scaturisce dalla sua obbedienza al Padre vissuta con amore. La sua signoria si compie, dunque, nel servire e nel dare la vita. Il paradosso di Cristo è che egli diviene storicamente Capo quando è rigettato e crocifisso. 

Cristo, umiliato e percosso, impotente e abbandonato sulla croce con la resurrezione ha annientato la morte e ora vive e regna per sempre. Colui che si era messo all’ultimo posto, si ritrova al primo e rende partecipi della sua vittoria tutti coloro che si affidano a Lui. Pertanto il Signore regna non per opprimere, ma per liberare gli uomini dal peccato e dalla morte ed innalzarli alla dignità di figli di Dio.

Noi siamo chiamati ad entrare in questo amore redentivo, offerto e disponibile per tutti gli uomini. Non è difficile sapere se noi siamo entrati a fare parte dei figli di Dio: lo siamo se c’è in noi l’amore. Su di esso si fonda l’appartenenza, su di esso Cristo re ci giudicherà alla fine. La comunione con Cristo passa attraverso la comunione con il nostro prossimo.

Scrive santa Teresa di Lisieux:  Cristo “si fa povero perché possiamo fargli la carità. Ci tende la mano come un mendicante, affinchè nel giorno radioso del giudizio, quando comparirà nella sua gloria, possa farci udire queste dolci parole: Venite, benedetti del Padre mio”.

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