Venezia , martedì, 21. novembre, 2017 16:00 (ACI Stampa).
È un invito a guardare il mondo con gli occhi dei giovani e per i giovani, quello che lancia il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia nell’omelia per la festa della Madonna della Salute.
Sono molti i temi che si intrecciano nell’omelia del Patriarca di Venezia: il ricordo di Giovanni Paolo I, che fu Patriarca di Venezia prima di essere Papa, la cui causa di beatificazione è ormai passata nella fase romana; la festa della presentazione della Vergine al tempio, che permette al Patriarca di riflettere sul senso della grazia, non appannaggio degli adulti; e il Sinodo dei giovani, ai quali l’omelia è in particolare dedicata.
Il tutto nella cornice della Basilica della Madonna della Salute, da tre secoli meta di pellegrinaggio dei veneziani. Il 21 novembre, e nei giorni immediatamente precedenti e successivi, sono migliaia i pellegrini che giungono in Basilica, che possono raggiungere anche attraverso il “ponte votivo” che permette di arrivarvi attraversando il Canal Grande da Santa Maria del Giglio. La Basilica fu fondata come ringraziamento e preghiera alla Vergine per preservare la città di Venezia dalla peste del XVII secolo, e la prima pietra venne posta nel 1631, mentre la Basilica venne consacrata nel 1667.
Nella Chiesa, si venera l’icona della Madonna chiamata Mesopanditissa, mediatrice di pace, che è posta sull’altare centrale e che è giunta dall’isola di Candia nel 1670. Davanti a quella immagine, nel 1264, veneziani e candiotti avevano posto fine ad una guerra che li vedeva coinvolti da circa 60 anni.
In questa cornice, il Patriarca Moraglia invita a riflettere che Dio chiama a sé i giovani e addirittura i bambini, mentre “la nostra società si presenta, invece, come pensata e progettata dagli adulti e per gli adulti”, e “penalizza a volte i giovani in modo inaccettabile”.