Città del Vaticano , venerdì, 17. novembre, 2017 18:00 (ACI Stampa).
Dalla promozione dell’ospitalità alla preoccupazione per la casa comune; dalle azioni concrete alla promozione della preghiera. Gli sviluppi del dialogo buddista-cristiano sono riassunti nei 10 punti che concludono il comunicato del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso al termine del VI convegno buddista cristiano.
Promosso dal pontificio consiglio presieduto dal Cardinale Jean Louis Tauran, il convegno si è tenuto a Taiwan dal 13 al 15 novembre, nel monastero buddista di Ling Jiou, con la cerimonia conclusiva al Museo delle Religioni Mondiali di Taipei. Dopo la grande conferenza internazionale sulla pesca, è il secondo evento vaticano che quest’anno ha luogo a Taiwan, ed è significativo per una nazione che ha festeggiato i 75 anni di relazioni diplomatiche con la Santa Sede.
Il tema del convegno era “Buddisti e cristiani in Cammino insieme sul cammino della non violenza”, un tema – quest’ultimo – che era anche il tema del messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace 2017. Al convegno hanno partecipato più di 80 uomini e donne, da 18 nazioni diverse, e tra i partecipanti c’erano anche membri della Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche.
I partecipanti hanno notato “che nel corso degli anni” il dialogo buddista-cristiano “ha dato un valido contributo nel migliorare la conoscenza reciproca e la mutua conoscenza”, nonché a rafforzare “le relazioni di cooperazione per promuovere una cultura di pace e non violenza”. Hanno anche riconosciuto che il 21esimo secolo è stato contraddistinto da “conflitti che includono anche affiliazioni e identificazioni etniche, culturali e religiose” e che la “diversità religiosa e culturale” è diventata “un problema economico e sociale” in molte regioni del mondo”.
Sono conflitti e violenza che oggi “superano i confini”, e per questo i problemi locali diventano “nazionali, regionali e anche globali”.