Sarajevo , domenica, 7. giugno, 2015 9:00 (ACI Stampa).
Ai giovani, Papa Francesco parlando a braccio ha detto di essere la speranza della martoriata terra di Bosnia. Il problema è che questa speranza tende sempre più a lasciare la Bosnia. Lo racconta la Caritas italiana, in un dossier distribuito alla vigilia del viaggio di Papa Francesco, che fa una fotografia impietosa della situazione in Bosnia Erzegovina. Una nazione che è rimasta cristallizzata, come se la guerra non fosse mai finita. Anche se c’è sempre la speranza che la visita di Papa Francesco abbia scosso le coscienze.
Ha questa speranza suor Mariana, Angelo del Bambino Gesù, una congregazione fondata a Sarajevo nel 1890 quasi contemporaneamente al momento in cui la Chiesa di Bosnia si era data una struttura regolare. Al termine del pranzo di Papa Francesco in nunziatura, è stata ammessa con altre consorelle a salutare il Papa. “Ho detto a Papa Francesco –racconta - io vivo questa giornata come se fosse il cielo che è sceso sulla terra a Sarajevo, su questa terra martire della Bosnia Erzegovina.”
Suor Mariana era qui durante la visita di Giovanni Paolo II, ed ha conosciuto Benedetto XVI, dato che ha partecipato al sinodo del 2008 sulla Parola di Dio. È stata a Sarajevo durante l’assedio, lunghissimo, delle forze serbe. Ed è anche lei consapevole che la situazione rischia di non sbloccarsi mai.
“La Bosnia Erzegovina è sempre stata una terra martire, durante tutti i secoli, dominio turco, dominio austro ungarico, dominio comunista. (…) Il dominio austro ungarico ha portato la cultura europea, ma è durato solo cento anni, ma il problema che abbiamo avuto in ex Jugoslavia sono stati 50 anni di comunismo, durante i quali tutto era negato, la presenza di Dio la pratica religiosa, sia per i musulmani che per noi cristiani. Eravamo oppressi, soprattutto la Chiesa cattolica.”
Dopo la guerra, “stiamo ancora provando a guarire le ferite, che sono state tante.” Suor Mariana cita la strage di Srebrenica, e proprio in questi giorni viene ricordata in una mostra a lato della Cattedrale. “Dal momento della guerra ad oggi – aggiunge Suor Mariana - mi sembra che è stata fatta tanta strada la Bosnia non ha ancora trovato un equilibrio, bisogna trovare un modo che tutti gli uomini siano uguali, che tutti abbiano una dignità, e questo mi sembra molto difficile.”