Città del Vaticano , lunedì, 13. novembre, 2017 16:00 (ACI Stampa).
“Mi interessavano le notizie di chi conosce Francesco personalmente, perché suo stretto collaboratore, amico o parente. Testimonianze che offrissero uno sguardo originale sulla Chiesa cattolica e sul pontificato di Francesco”.
Cosi Deborah Castellano Lubov giovane giornalista statunitense spiega come nasce il suo libro: “L’altro Francesco. Tutto quello che non vi hanno mai detto sul Papa” edito da Cantagalli.
Il volume raccoglie interviste che l’autrice ha raccolto in diverse occasioni e ospita una intervista di Michael Hesemann alla sorella di Papa Bergoglio.
Alla vigilia della visita del Papa in Birmania è interessante la intervista a Charles Maung Bo, S.D.B cardinale di Yangon. “ Il Myanmar non è periferia- dice il cardinale- è la periferia delle periferie! Sessanta anni di dittatura disumana, un paese chiuso per decenni a contatti col resto del mondo moderno, migliaia di rifugiati fuggiti all’estero, milioni di lavoratori costretti a emigrare. Per la Chiesa cattolica il colpo è stato quasi fatale! I missionari stranieri espulsi in una notte, tutte le 36 proprietà come scuole o ospedali nazionalizzate. Il regime pensava di averci ucciso, ma noi ci rifiutammo di morire! Eravamo dimenticati dal mondo, non eravamo solo una periferia! Vittime di un’amnesia generale, ma la madre Chiesa non si è mai dimenticata di noi! Il Myanmar è stato sempre al centro delle preoccupazioni di molti papi”.
Ed aggiunge: “ penso però che la gente sia felice di avere un papa semplice che sorride, che abbraccia i poveri e i malati, persino quelli deturpati dalla malattia, che parla direttamente al loro cuore. Probabilmente i paesi ricchi sono preoccupati per le idee che il papa ha sull’economia di mercato, o per i suoi moniti, ad esempio quelli sull’ambiente. In Oriente invece c’è solo da gioire per le idee di papa Francesco sulla giustizia, sull’economia e sullo sviluppo. Personalmente non avverto alcuna confusione, semmai una maggiore chiarezza sulla missione della Chiesa, quella cioè di essere al fianco degli emarginati”.