Sarajevo , sabato, 6. giugno, 2015 17:26 (ACI Stampa).
Testimonianze terribili di guerra e di tortura quelle che Papa Francesco, visibilmente commosso, ha ascoltato nella Cattedrale di Sarajevo nel corso dell’incontro con il clero, religiose, religiosi e seminaristi. Il primo a parlare è stato Don Zvonimir, un sacerdote torturato più volte nel corso della guerra in Bosnia e ammalatosi per le conseguenze di distrofia muscolare. Poi è stata la volta di fra Jozo che, nonostante le torture subite in carcere e aver sperato di morire, ha perdonato i suoi aguzzini. Per ultima Suor Ljubica, pronta a morire pur di non vedere calpestato il suo Rosario e nonostante la canna di un fucile puntata alla testa ha rifiutato di convertirsi all’Islam. Con tutti il Papa ha scambiato un abbraccio lungo e commosso, ricevendo anche una benedizione da Don Zvonimir.
Particolarmente commosso, Papa Francesco abbandona il testo scritto e parla di getto. “Ho preparato un discorso, ma dopo queste testimonianze sento il bisogno di parlarvi a braccio. Ci hanno raccontato, vita, esperienze, tante cose brutte e belle. Le testimonianze parlavano da sole e questa è la memoria del vostro popolo. Un popolo che dimentica la sua memoria non ha futuro. Questa è la memoria dei vostri padri e madri nella fede: dietro di loro ci sono tanti che hanno sofferto lo stesso. Non avete diritto a dimenticare la vostra storia! Non per vendicarvi ma per fare la pace, per amare come loro hanno amato. Nel vostro sangue, nella vostra vocazione, c’è il sangue e la vocazione di questi tre martiri. C’è il sangue e la vocazione di tanti preti, seminaristi, religiose. L’Apostolo Paolo ci dice: mi raccomando, non dimenticatevi dei vostri antenati, quelli che vi hanno trasmesso la fede. Loro vi hanno trasmesso la fede, come si vive la fede! Lo stesso Paolo ci dice: non dimenticatevi di Cristo primo martire e loro sono andati sulle tracce di Gesù. Riprendere la memoria per fare la pace”.
“Alcune loro parole – ha proseguito Papa Bergoglio – mi sono rimaste nel cuore, una è il perdono. Un consacrato che non sa perdonare, non serve. Perdonare un amico che ti ha detto una parolaccia non è difficile, ma perdonare chi tortura, chi minaccia di ucciderti, questo è difficile e loro lo hanno fatto e predicano di farlo. Un’altra parola che mi è rimasta dentro sono i 120 giorni di Fra Jozo nel campo di concentramento: quante volte lo spirito del mondo ci fa dimenticare le sofferenze dei nostri antenati. Quei giorni sono contati per minuti perché ogni minuto è una tortura. Vivere tutti insieme, sporchi, senza pasto né acqua con il caldo e con il freddo e durante tanto tempo… E noi che ci lamentiamo quando abbiamo un dente che ci fa male o che vogliamo la Tv nella nostra stanza con tante comodità… e chiacchieriamo dei superiori quando il pasto non è così buono, non dimenticatevi queste testimonianze! Pensate a quanto hanno sofferto, pensate quei sei litri di sangue che ha ricevuto don Zvonimir per sopravvivere e portate una vita degna della Croce di Cristo”.
“Suore, sacerdoti, vescovi, seminaristi mondani – ha ammonito il Pontefice – sono una caricatura! Non servono, non hanno la memoria dei martiri, hanno perso la memoria di Cristo crocifisso unica nostra gloria. Mi viene in mente chi ha comunque dato un pasto ai prigionieri, tutti siamo fratelli. Anche quell’uomo crudele ha sentito lo Spirito Santo e ha pensato a sua mamma, dicendo: prendi questa pera e non dire nulla! E la donna musulmana che ha aiutato la suora era oltre la differenza religiosa, credeva in Dio. Cercate il bene, tutti siamo figli di Dio! Benedetti voi che avete così vicino queste testimonianze. Non dimenticatele, per favore. La vostra vita cresca con questo ricordo. Don Zvonimir ha perso i suoi cari ma lui ha il frutto di un amore matrimoniale, pensate a quella suora martire o al frate francescano e mi viene in mente il Cardinale Puljic: cosa brutta quando il giardino che è una famiglia non fiorisce, pregate per le famiglie perché fioriscano figli e perché fioriscano vocazioni. Io vorrei dirvi che questa è stata una storia di crudeltà, che oggi in questa guerra mondiale vediamo tante crudeltà. Fate sempre il contrario della crudeltà, siate testimoni di fratellanza, tenerezza e amore. Portate la Croce di Cristo, la Santa Madre Chiesa vi vuole piccoli martiri, piccoli testimoni della Croce di Gesù!”.