Città del Vaticano , lunedì, 6. novembre, 2017 14:00 (ACI Stampa).
Come reintegrare in società le vittime del traffico di esseri umani? Come dare loro un aiuto legale? Si è parlato di questo nel workshop ospitato dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali dal 4 al 6 novembre scorso.
Il convegno è parte di un vasto impegno sulla lotta al traffico di esseri umani fatto proprio dall’istituzione che ha sede in Casina Pio IV su esplicita richiesta di Papa Francesco al Cancelliere, l’arcivescovo Marcelo Sanchez Sorondo.
La presidente dell’Accademia, Margaret Archer, ha sottolineato il percorso fatto dall’Accademia, cercando di dare con questo ultimo workshop un approccio più pratico, tentando di “pensare dal punto di vista delle vittime” e non partendo solo dall’ “idea tradizionale di incriminare” quanti perpetuano il traffico di esseri umani.
Il tema del traffico di esseri umani è entrato di prepotenza nell’Agenda ONU per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030, dove al punto 27 si legge che gli Stati parte si impegnano a sradicare “il lavoro forzato e il traffico di esseri umani” e di porre fine “al lavoro minorile con tutte le forze”.
Quello del traffico di esseri umani è un affare, sottolinea Rani Hong, presidente della Tronie Foundaion, di “miliardi di dollari”. La signora Hong ha portato la sua testimonianza di ex bambina rapita dalla famiglia, ridotta in schiavitù e vittima del traffico fino a che non è stata venduta al sistema di adozioni internazionali del Canada, da dove ha cominciato a rifarsi una vita.