Macerata , lunedì, 6. novembre, 2017 16:00 (ACI Stampa).
A Ginevra il 12 aprile 1954 il sindaco di Firenze, davanti ad una sessione mondiale dei sindaci sosteneva il valore delle città per le generazioni future: “Le generazioni attuali non hanno il diritto di distruggere una ricchezza che è stata loro affidata in vista delle generazioni future! Si tratta di beni che derivano dalle generazioni passate e di fronte ai quali le presenti rivestono la figura giuridica degli eredi fiduciari: i destinatari ultimi di questa eredità sono le generazioni successive (et hereditate acquirent eam, Salmo 68)…
Ecco definita la figura giuridica che giustifica la mia presenza fra voi. Sono venuto per affermare il diritto all’esistenza delle città umane, un diritto di cui siamo titolari, noi della generazione presente, ma del quale sono titolari ancor di più gli uomini delle generazioni future; un diritto il cui valore storico, sociale, politico, culturale, religioso si fa più grande a misura che si chiarisce, nella meditazione umana attuale, il significato misterioso e profondo delle città.
Ogni città è una rocca sulla montagna, è un candelabro destinato a rischiarare il cammino della storia. Nessuno, senza commettere un crimine irreparabile contro l’intera famiglia umana, può condannare a morte una città!”. Per capire meglio l’attualità del pensiero lapiriano a 40 anni dalla morte, avvenuta il 5 novembre 1977, abbiamo incontrato a Macerata,su invito dell'Azione Cattolica diocesana, il prof. Ernesto Preziosi, deputato italiano e vice-presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana dal 1995 al 2006:
“Ha avuto l’intuizione di concepire il suo impegno politico a favore della città, non solo perchè è stato sindaco di Firenze, ma ha saputo fare di quella realtà amministrativa un ponte verso il resto del mondo. Quindi ha dato un’immagine di amministrazione cittadina che non si rinchiudeva nelle mura antiche, ma apriva ponti verso i Paesi del Mediterraneo e verso l’Est europeo e del mondo. Quindi ha messo al centro di un politico cristiano, che ha saputo centrare tutto il diritto amministrativo intorno alla centralità della persona. Ciò è una cosa non da poco e che dovrebbe essere al centro del cattolico che si occupa di politica”.
La Pira è stato uno studioso di san Tommaso d’Aquino: oggi la sua visione cattolica della città è praticabile?