Roma , venerdì, 3. novembre, 2017 14:00 (ACI Stampa).
La riforma? È una questione di “et et”, di far conciliare insieme tradizione e rinnovamento, spiega il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. E lo fa presentando l’ultimo libro dell'arcivescovo Agostino Marchetto, “La riforma e le riforme nella Chiesa”
L'arcivescovo Marchetto ha scritto volumi importantissimi sul Concilio Vaticano II, sempre prendendo come chiave di lettura quella “ermeneutica della continuità” indicata da Benedetto XVI nel suo primo discorso di Natale alla Curia Romana nel 2005. Il suo ultimo libro è una risposta al libro dello stesso titolo curato da Antonio Spadaro e Carlos Maria Galli.
La relazione del Cardinale Parolin permette piuttosto di entrare nella logica delle riforme che si stanno discutendo oggi. Membro del Consiglio dei Cardinali, e – come Segretario di Stato – sempre attento alla gestione degli equilibri della Curia che proprio alla Segreteria di Stato guarda come ente centrale, il Cardinale Parolin ha messo in linea una dopo l’altra le sfide della riforma, fino ad arrivare alla necessità di quella conversione pastorale di cui parla sempre Papa Francesco.
Nel suo intervento, il Cardinale ha sottolineato che “nella continua ricerca di nuove vie per adattare al nostro tempo, all’oggi della vita strutture ecclesiali e concrete modalità d’azione, l’auspicabile riforma debba nello stesso tempo sempre partire dalla conversione del cuore a Cristo, e salvaguardare quel cuore, o nucleo fondamentale, che rende riconoscibile la Chiesa di Cristo lungo tutte le vicende della storia, pur nel doveroso mutare, anche vasto e incisivo, di forme, strutture e criteri organizzativi”.
Il Cardinale Parolin ha riconosciuto all’arcivescovo Marchetto la sua “preoccupazione di fedeltà al procedere cattolico dell’et et, come via media in grado di creare in modo originale una sempre nuova sintesi vitale, non escludendo, ma inglobando le ragioni di entrambi i poli”.