Città del Vaticano , venerdì, 27. ottobre, 2017 14:00 (ACI Stampa).
Mutamenti climatici e la necessità che ne deriva di cambiare a medio termine il nostro stile di vita non sostenibile. Ad essi collegato è anche il problema dei costi del cambiamento ecologico e della loro distribuzione; aumento dei cambiamenti nel mondo del lavoro tramite la digitalizzazione, l'impiego della tecnologia robotica, i rapporti di lavoro precari e soprattutto l'alta disoccupazione giovanile in singoli paesi. A ciò collegata è la fondamentale questione del valore del lavoro e della dignità dell’uomo; movimenti di fuga e migrazione emersi nella cosiddetta crisi dei profughi. Le cause di questi movimenti migratori sono molteplici e da cercare, tra l''altro, anche in Europa, nel nostro stile di vita che va spesso a spese di altri. Soluzioni e risposte sostenibili esigono un esame approfondito”. Sono alcune delle sfide che sta affrontando e continuerà ad affrontare l’Unione Europea, secondo il Cardinale Reinhard Marx - Presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali dell'Unione Europea - che stamane ha presentato Dialogo (Re)Thinking Europe. Un contributo cristiano al futuro del Progetto Europeo, organizzato in collaborazione con la Segreteria di Stato.
Per affrontare tutto questo - rileva Marx - non servono vecchie ricette, ma “uno sguardo lucido sul nostro presente e soprattutto sul futuro”. L’Unione Europe ha sì ottenuto grandi risultati, tuttavia oggi è percepita con distacco perché “appare sempre più tecnocratica”.
Cosa può fare la Chiesa? “Non abbiamo - risponde Marx - delle risposte e delle soluzioni pronte, e d'altronde non facciamo politica concreta. Ma riteniamo che sia necessario che i cittadini dell’UE vengano messi di nuovo al centro del Progetto Europa e in grado di poter essere attori. Vogliamo riaccendere il dialogo tra politici e rappresentanti della Chiesa, come tra rappresentanti degli enti sociali, sull'Europa e l'Unione Europea, sulle aspettative, le speranze, ma anche sulle delusioni”.
Dialogo (Re)Thinking Europe quindi non è il “classico congresso, bensì un dialogo” in cui si parlerà di integrazione, dialogo, capacità di generare. “Questo incontro a Roma non è la conclusione di un processo di riflessione e discussione sull'Europa e la UE, ma un inizio”.