Città del Vaticano , giovedì, 26. ottobre, 2017 18:00 (ACI Stampa).
L’appuntamento è per il 16 novembre quando nell’ aula magna della Libera università Maria Santissima Assunta, il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin presenterà la nuova edizione del libro Memoria, Coraje Y Esperanza. A la luz del Bicentenario de la Independencia de América Latina (Granada, Editorial Nuevo Inicio, 2017, pagine 127) scritto da Guzmán Carriquiry Lecour, segretario incaricato della vice-presidenza della Commissione pontificia per l’America latina. Il volume si apre con la presentazione di Papa Francesco, che s aggiunge a quella che l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio scrisse nel 2011 per la prima edizione del libro.
“L’incerto cammino dell’indipendenza dei nostri paesi, con i suoi progressi e i suoi regressi, sempre minacciato da diversi tipi di colonialismo, ancora non si è concluso”. Papa Francesco lo scrive nelle pagine della sua introduzione.
“Le gesta patriottiche dell’emancipazione americana, come pure, alle nostre origini, le apparizioni di Nostra Signora di Guadalupe nel quadro di un’epopea missionaria e di un meticciato lacerato, sono tra gli eventi fondanti della nostra patria grande latinoamericana. Amore e dolore, morte e speranza li segnano dal più profondo nella vita dei nostri popoli. Sono come un concentrato determinante della storia, della sua bellezza e le sue miserie, di sofferenze e speranze. Bisogna tornare periodicamente ad essi per non restare “orfani di Patria”; sono l’ermeneutica per conservare, rafforzare ed eventualmente recuperare la nostra identità”.
Non solo sentimento però, nella introduzione del Papa ci sono i temi sociali che tanto gli sono cari: “Che cosa sta accadendo in America latina? Che cosa è rimasto dell’appellativo “continente della speranza”? Forse ci siamo rassegnati a un pragmatismo di cortissimo respiro in mezzo alla confusione? Ci limitiamo a manovre di cabotaggio senza rotte certe? Siamo tornati a confidare in ideologie che hanno mostrato insuccessi economici e devastazioni umane? Il bicentenario dell’indipendenza è una buona occasione per alzarsi in volo e guardare verso orizzonti più vasti. C’è bisogno di dibattiti seri e appassionati sul nostro passato, presente e futuro. Dobbiamo sviluppare e discutere progetti storici che mirino con realismo a una speranza di vita più degna per le persone, le famiglie e i popoli latinoamericani.
Urge poter definire e perseguire grandi obiettivi nazionali e latinoamericani, con consensi forti e mobilitazioni popolari, al di là delle ambizioni e degli interessi mondani, e lontani da manicheismi ed esasperazioni, da avventure pericolose ed esplosioni incontrollabili. Più che adagiarci nell’indifferenza e nell’insignificanza, siamo sfidati a elevare utopie di autentica libertà e liberazione integrale, sostenute da rinnovate “gesta patriottiche” (come conclude bene questo libro)”.