Città del Vaticano , lunedì, 16. ottobre, 2017 12:10 (ACI Stampa).
“Riflettere su come cristiani e induisti possono insieme far crescere il rispetto reciproco tra le persone , andando oltre la tolleranza, per preparare un’era più pacifica ed armoniosa per ogni società”. E’ l’invito contenuto nel messaggio del cardinale Jean Louis Tauran , presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso in occasione della festività indù di Deepavali che si celebra il prossimo 19 ottobre.
Il Deepavali (conosciuto anche con la contrazione Divali o Diwali) è una celebrazione religiosa indù che si estende nel corso di cinque giorni, normalmente tra ottobre e novembre, secondo il calendario vedico. La festività è riconosciuta in numerosi paesi con presenza indiana, oltre l’India: Sri Lanka, Myanmar, Nepal, Mauritius, Malesia, Singapore, ed altri. Per gli indù si tratta di una delle festività più imporanti, celebrata perlopiù in famiglia. In Malesia e Singapore è importante almeno quanto il forse meglio noto Thaipusam.
“La tolleranza – continua il Presidente del Pontificio Consiglio - comporta certamente apertura e pazienza con gli altri, riconoscendo la loro presenza in mezzo a noi. Però, se dobbiamo operare per una pace duratura e una vera armonia, non basta la tolleranza. Servono pure un vero rispetto e attenzione alla diversità delle culture e delle usanze delle nostre comunità, che contribuiscono a loro volta alla salute e all’unità della società nel suo insieme”.
Il nome Deepavali significa letteralmente “fila di lanterne” – infatti il deepavali, conosciuto anche come festa delle luci, è caratterizzato proprio da lampade ad olio e luminare che vogliono simboleggiare la vittoria della luce sulla tenebre, cioè del bene sul male.
Invece di dividere e isolare, per il Cardinale Touran “il rispetto ci consente di vedere le nostre differenze come un segno della diversità e ricchezza dell’unica famiglia umana”.