Città del Vaticano , sabato, 14. ottobre, 2017 0:15 (ACI Stampa).
Festa di piazza con Papa Francesco per la Famiglia Vincenziana che conclude così la prima tappa delle celebrazioni dei 400 anni della “fondazione del carisma”. Una mattinata in ascolto delle testimonianze di chi vive il carsima di San Vincenzo de Paoli in tutto il mondo, poi la parola del Papa che ha proposto tre verbi alla scuola di San Vincenzo: adorare, accogliere, andare.
“Una volta scoperta, l’adorazione diventa irrinunciabile” dice il Papa ricordando l’insegnamento del santo, perché è pura intimità col Signore, che dà pace e gioia, e scioglie gli affanni della vita. Perciò, a qualcuno che era sotto particolare pressione, San Vincenzo consigliava anche di stare in preghiera «senza tensione, gettandosi in Dio con semplici sguardi, senza cercare di avere la sua presenza con sforzi sensibili, ma abbandonandosi a Lui» (Lettera a G. Pesnelle, 1659)”.
E aggiunge Francesco: “Chi adora, chi frequenta la sorgente viva dell’amore non può che rimanerne, per così dire, “contaminato”. E comincia a comportarsi con gli altri come il Signore fa con Lui: diventa più misericordioso, più comprensivo, più disponibile, supera le proprie rigidità e si apre agli altri”.
Eccoci allora all’ accoglienza:” Quando sentiamo questa parola, viene subito da pensare a qualcosa da fare. Ma in realtà accogliere è una disposizione più profonda: non richiede solo di far posto a qualcuno, ma di essere persone accoglienti, disponibili, abituate a darsi agli altri. Come Dio per noi, così noi per gli altri. Accogliere significa ridimensionare il proprio io, raddrizzare il modo di pensare, comprendere che la vita non è la mia proprietà privata e che il tempo non mi appartiene. È un lento distacco da tutto ciò che è mio: il mio tempo, il mio riposo, i miei diritti, i miei programmi, la mia agenda. Chi accoglie rinuncia all’io e fa entrare nella vita il tu e il noi”.
E aggiunge: “ San Vincenzo ci aiuti a valorizzare questo “DNA” ecclesiale dell’accoglienza, della disponibilità, della comunione”.