Roma , mercoledì, 4. ottobre, 2017 9:00 (ACI Stampa).
C’è un filo rosso che collega sfruttamento ed abuso sessuale dei minori, perché in tutte le situazioni in cui i minori vengono sfruttati e privati della loro dignità, il problema “sessuale” è sempre presente. E la Chiesa - dice il Cardinale Pietro Parolin – ha il dovere di proteggere i piccoli.
Il segretario di Stato vaticano è intervenuto al congresso “Child Dignity in a Digital Age”, organizzato dal Centro per la Protezione dei Minori della Pontificia Università Gregoriana.
Il discorso del Cardinale da una parte guarda alle sfide digitali. Sfide del tutto nuove che vanno inserite in un più ampio contesto educativo, dato che i ragazzi nati nella “era digitale” sono sicuramente più avanzati dei loro genitori, e questi ultimi fanno fatica a comprendere i problemi connessi con la questione Internet. Dall’altra, l’intervento si focalizza sullo sforzo della Chiesa e sul “dovere di proteggere” gli innocenti. Perché, ha sottolineato il porporato, “disprezzare l’infanzia e abusare dei bambini è dunque per i cristiani non solo un crimine, ma anche – come ha affermato Papa Francesco – un sacrilegio, cioè una profanazione di ciò che è sacro, la presenza di Dio in ogni essere umano”.
“Lo sforzo che la Chiesa ha intrapreso in questo senso – ha detto il Cardinale Parolin - anche quando la società in generale non ha ancora sviluppato la dovuta sensibilità, deve continuare, allargarsi e approfondirsi, con chiarezza e fermezza, perché la dignità e i diritti dei minori siano protetti e difesi con molta più attenzione ed efficacia di quanto non si sia fatto nel passato”.
Il mondo digitale – ha affermato il Cardinale – “non è un’area separata del mondo: è una dimensione del nostro unico mondo reale e i minori che crescono in esso sono esposti a nuovi rischi, oppure a rischi antichi ma che si esprimono in modi nuovi, e la cultura della protezione dei minori che noi vogliamo diffondere deve essere all’altezza dei problemi di oggi”.