Bologna , domenica, 1. ottobre, 2017 15:38 (ACI Stampa).
“Abbiate il coraggio di parlare, siate trasparenti alla maniera di San Paolo, che insiste molto sulla parresia”. Incontrando i membri del clero e i religiosi a Bologna, Papa Francesco invita loro alla chiarezza, e alla diocesanità, un tema che ha ripetuto già diverse volte.
Nella Cattedrale, dove sono riuniti religiosi e sacerdoti della città di Bologna, Papa Francesco parla a braccio, come di solito negli incontri tra i sacerdoti. Un incontro che in parte, però, non è possibile seguire, a causa di un problema nel segnale video.
Tra i sacerdoti presenti, anche il vescovo Bettazzi di Ivrea, 95 anni, l’ultimo padre conciliare vivente. E davanti a lui, l’arcivescovo Matteo Zuppi parla al Papa della crisi dei numeri della Chiesa (abbiamo ordinato 18 preti e 66 non ci sono più), ma sottolinea che questo non li lascia senza “speranza” nonostante “quei profeti di sventura” che restano anche dopo l’11 ottobre 1962 – la data della chiusura del Concilio Vaticano II – come se prima tutto andasse bene.
E saluta due sacerdoti che non ci sono perché a Mapanda, in Tanzania, dove la Chiesa di Bologna è presente dal 1974, come conseguenza tra la Chiesa di Bologna e la Chiesa di Iringa e i loro rispettivi vescovi (il Cardinale Antonio Poma e Mons. Mario Mgulunde), in una prospettiva di comunione e di cooperazione tra due Chiese che ha radici nelle indicazioni dell’Enciclica di Pio XII “Fidei Donum” in cui si sottolineava la responsabilità e il possibile servizio missionario di ogni singola Chiesa. La chiesa costruita a Mapanda è il dono presentato al Papa.
Che sottolinea come sia “una consolazione” stare in mezzo a sacerdoti e religiosi, e introduce la sessione di due domande e risposte.