Cesena , domenica, 1. ottobre, 2017 8:25 (ACI Stampa).
Quella a Cesena è la prima, veloce, tappa della visita pastorale di Papa Francesco in Emilia-Romagna, 31 anni dopo quella di San Giovanni Paolo II. La città romagnola celebra i 300 anni dalla nascita di Pio VI, al secolo Giannangelo Braschi. Francesco arriva in elicottero nella cittadina romagnola e fa subito il suo saluto alla cittadinanza, in Piazza del Popolo.
Accolto dal Vescovo della diocesi, Monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina, saluta i fedeli nella piazza più importante della città: la denominazione Piazza del Popolo è acquisita dopo la Seconda Guerra Mondiale, mentre era Piazza Vittorio Emanuele in epoca fascista. Si ha notizia di Piazza del Popolo fin dall’antichità, quando la romana Via Emilia, la tagliava nel suo percorso verso Rimini. Assunse fin da subito l’onore di luogo privilegiato per manifestazioni pubbliche e per il mercato cittadino.
Per Francesco, questa Piazza è “un luogo emblematico, dove le aspirazioni dei singoli si confrontano con le esigenze, le aspettative e i sogni dell’intera cittadinanza; dove i gruppi particolari prendono coscienza che i loro desideri vanno armonizzati con quelli della collettività”. “Qui si 'impasta' e si lavora per il bene comune di tutti”, aggiunge a braccio Francesco.
Ma più di tutti, per Papa Francesco, la piazza è rappresenta il “messaggio che è essenziale lavorare tutti insieme per il bene comune”. “E’ questa – commenta Francesco - la base del buon governo della città, che la rende bella, sana e accogliente, crocevia di iniziative e motore di uno sviluppo sostenibile e integrale”. Il Papa sa che il popolo ha bisogno di “una politica che sappia armonizzare le legittime aspirazioni dei singoli e dei gruppi tenendo il timone ben saldo sull’interesse dell’intera cittadinanza”.
“Questo è il volto autentico della politica – ribadisce il Papa - e la sua ragion d’essere: un servizio inestimabile al bene all’intera collettività. E questo è il motivo per cui la dottrina sociale della Chiesa la considera una nobile forma di carità”.