Roma , mercoledì, 27. settembre, 2017 18:00 (ACI Stampa).
Il 28 e 29 settembre, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma, si terrà la Terza Conferenza nazionale sulla famiglia, organizzata dal Dipartimento per le politiche della famiglia con il supporto dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia, dopo le precedenti edizioni della conferenza tenutesi nel 2007 a Firenze e nel 2010 a Milano, intitolata ‘Più forte la famiglia, più forte il Paese’.
Per un approfondimento della conferenza abbiamo intervistato il neo presidente nazionale dell’Associazione delle Famiglie italiane, che fa parte del Forum delle Famiglie, Diego Bellardone, a cui abbiamo domandato di spiegarci il perché la famiglia è una priorità: “La famiglia dovrebbe essere una priorità nell’agenda politica nazionale per il semplice fatto che, se supportata da opportune riforme, è un volano di benessere economico e sociale. Dal punto di vista economico, se la famiglia ‘sta bene’, crea lavoro, in quanto fa figli e di conseguenza acquisti, ha bisogno di un posto in cui vivere, e, non di minor peso, con l’aumento del numero delle nascite si crea lavoro per asili nido, scuole e via discorrendo. Tutta l’economia del paese ne gioverebbe facendo crescere il ‘temutissimo’ PIL. Dal punto di vista sociale la famiglia sarebbe sufficiente a se stessa, nella cura dei figli e dei genitori, senza gravare sui servizi sociali e quindi creando benessere sociale. Ad una domanda, la cui risposta rischia di risultare scontata e ovvia, è necessaria quindi la proiezione di un’immagine di un sistema sociale che non dovrebbe far altro che essere più attento e pronto ad accogliere e valorizzare l’esistente”.
La famiglia è una risorsa: di quali riforme strutturali c’è bisogno?
“Al momento la famiglia è una risorsa che viene sfruttata senza avere nulla, o comunque poco, in cambio. Alle famiglie sono sempre chiesti sacrifici e nonostante ciò è un istituto che resiste ancora pur in mezzo a mille difficoltà. Va da sé che sono numerose le possibili riforme che metterebbero la famiglia in condizione di essere risorsa senza essere sfruttata. Un tale ribaltamento di prospettiva può quindi verificarsi attraverso, per esempio, un fisco più equo che tenga conto realmente dei carichi famigliari, la concertazione di orari di lavoro flessibili in modo da permettere alla famiglia di gestire sia i figli che di prendersi cura delle persone anziane, e altre riforme ancora che possano andare incontro alle esigenze delle famiglie, di tutte le famiglie, qualsiasi esse siano”.
In quale modo la famiglia può diventare un attore delle politiche sociali?