Roma , mercoledì, 3. giugno, 2015 8:57 (ACI Stampa).
Cattolico, sposato, quattro figli. Poi il matrimonio finisce la moglie lo lascia e sposa un altro. Una situazione comune, quasi banale, se non fosse per il fatto che lui decide di rimanere fedele al vincolo di fedeltà giurato sull’altare e non si fa una” nuova vita” e scrive un libro in risposta a Walter Kasper e alle sue teorie sulla ammissione all’ Eucarestia dei divorziati risposati.
Rainer Beckmann non è uno sprovveduto. Nella breve biografia sulla copertina del suo libro : “ Il Vangelo della fedeltà coniugale” si legge che è stato Procuratore ed ora è giudice, ha fatto parte di diverse commissioni per questioni bioetiche e giuridiche ed è professore di bioetica in università prestigiose in Germania.
E questo rende il suo libro, in Italia edito da Solfanelli e arricchito da una prefazione del cardinale Paul Josef Cordes, particolarmente interessante. E non solo perché è scritto con la vivacità di un articolo giornalistico e la accuratezza di un libro giuridico, ma perché obiettivamente le argomentazioni sono semplici, chiare e cattoliche.
Beckmann parte dalla osservazione dei fatti. Dalla mancanza di formazione sul matrimonio cristiano e dalla necessità di una nuova evangelizzazione per obiettare che in tal caso il “sensus fidei” dei fedeli che ignorano la fede potrebbe essere una guida assai fallace.
La centro della sua riflessione e della sua scelta c’è appunto la fedeltà. Quella al vincolo sacramentale “che rispecchia la fedeltà e l’ amore di Dio per il Suo Popolo”.