Roma , lunedì, 25. settembre, 2017 18:00 (ACI Stampa).
Esordio al Consiglio Permanente della CEI del nuovo presidente, il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. Prima di iniziare i lavori il porporato ha ringraziato il suo predecessore, il Cardinale Angelo Bagnasco, “per il suo servizio, la fedeltà al Papa e alla Chiesa, e l’attenzione dedicata ad ognuno di noi”.
Lo sguardo di Bassetti si pone sull’Italia di oggi. E sottolinea: “Quasi nulla è più come prima. Dobbiamo assumere la piena consapevolezza che stiamo vivendo in un mondo profondamente cambiato, in un’Italia molto diversa rispetto al passato e con una Chiesa sempre più globale. In questa nuova realtà, sorgono nuove sfide e nuove domande a cui bisogna fornire, senza paura e con coraggio, delle risposte altrettanto nuove”. In definitiva l’umanità è ferita ed “abita un mondo dove è ormai emersa una nuova questione sociale che investe la sfera economica e quella antropologica, la dimensione culturale e quella politica, i cui riflessi si fanno sentire profondamente anche in ambito religioso. In questo eccezionale «cambiamento d’epoca», da cinque anni, abbiamo la grazia di trovarci di fronte al messaggio profetico di Papa Francesco, che mette al centro di tutto il Vangelo di Gesù, ci esorta ad andare verso i poveri e ci invita a guardare questo nuovo mondo da un angolo visuale diverso, quello delle periferie. Il cuore pulsante di questo messaggio profetico è la conversione pastorale. Che è, al tempo stesso, un richiamo tradizionale e radicale: è «l’esercizio della maternità della Chiesa”.
Su quali vie si deve muovere la Chiesa italiana? Tre sono le direttrici “lo spirito missionario; la spiritualità dell’unità; e la cultura della carità”.
La Chiesa deve servire l’umanità ferita e quindi deve essere “missionaria. E la prima missione dei cristiani - ricorda Bassetti - consiste nell'annuncio del Vangelo nella sua stupenda, radicale e rivoluzionaria semplicità. Un annuncio gioioso che punti all’essenziale. È la visione francescana di un Vangelo sine glossa, quel Vangelo che dobbiamo ad ogni uomo e a ogni donna, senza imporre nulla. È un annuncio d’amore per ogni uomo. Molto si fa nelle nostre Chiese, ma questo cammino va accelerato. Crescono nuove generazioni, diverse dalle precedenti. È assolutamente necessario un deciso impegno per rivitalizzare le realtà che già esistono al nostro interno, ma che forse hanno smarrito la tensione e la capacità di animazione sul territorio. L’obiettivo, per la Chiesa italiana, è semplice quanto decisivo: concretizzare il sogno missionario di arrivare a tutti”.
La Chiesa italiana è multiforme e non deve correre il rischio di isolarsi poiché “nessun membro del corpo può vivere da se stesso. Siamo chiamati a dare vita non ad una Chiesa uniforme, ma ad una Chiesa solidale e unita nella sua complessa pluralità. Si tratta dunque di un’autentica vocazione alla collegialità – tra i vescovi e tutto il corpo della Chiesa – e al dialogo. Chi dialoga non è un debole ma è, all’opposto, una persona che non ha paura di confrontarsi con l’altro”.