Carpi , domenica, 17. settembre, 2017 10:00 (ACI Stampa).
Domenica scorsa abbiamo meditato, aiutati dalle parole di Gesù, sulla condotta da tenere nei confronti dei fratelli che commettono il peccato. Oggi è l’Apostolo Pietro che pone a Cristo un caso ben preciso: Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me?
Non si tratta, dunque, di “un” peccato in generale che corre il pericolo di danneggiare la credibilità e la vita della comunità, ma di una situazione che tocca l’atteggiamento da assumere quando da altri riceviamo il male. L’istinto è quello di ricambiare. Questa propensione alla vendetta rende molto difficile il perdono.
Pietro, con la vivacità e la franchezza che lo caratterizzano, sottolinea che a tutto c’è un limite e, pertanto, proponendo di perdonate sette volte consecutive a chi ti fa del male si considera molto generoso. Ma, una volta ancora, Gesù fa saltare tutti i nostri calcoli e le nostre visioni umane e invita a un perdono senza misura: bisogna perdonare sempre perché solo il perdono senza limiti assomiglia al perdono di Dio che in Cristo ha avuto pietà dell’umanità e ha perdonato tutte le sue colpe.
Infatti, Gesù, l’innocente che non ha conosciuto alcuna colpa, mentre veniva torturato, insultato, condannato ingiustamente e crocifisso ha perdonato i suoi carnefici: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno (lc. 23.33).
La misericordia ed il perdono costituiscono senza alcun dubbio una delle novità portate da Gesù nel mondo. Tutte le religioni e anche tutti i movimenti politici lottano contro il male e hanno compassione per coloro che soffrono…ma prendono le distanze da coloro che “fanno il male”.