Roma , lunedì, 11. settembre, 2017 18:00 (ACI Stampa).
“Ci sono guerre che durano da troppo tempo, come quelle in corso in Siria e in Iraq. Ma anche conflitti a bassa intensità, molti in Africa e altrove. Senza contare il terrorismo e la violenza diffusa di cui sono vittime molti Paesi dell’America Latina.
Occorre lanciare un forte messaggio al mondo. Lo faremo dal cuore di un’Europa che, pure in crisi di solidarietà, deve ritrovare nella costruzione della pace il suo fondamento”: così si è espresso il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, durante la presentazione di ‘Strade di Pace-Paths of Peace’, l’incontro internazionale nello ‘spirito di Assisi’ che si chiude oggi nelle città tedesche di Münster e Osnabrück.
Presenti tra gli altri la cancelliera Angela Merkel, il grande Imam di Al-Azhar Al-Tayyeb, il presidente del Niger, Mahamadou Issoufou, Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, Giovanni X, patriarca greco ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente, il direttore del Gran Rabbinato di Israele, Moshe Dagan; il card. Ernest Simoni; padre José Alejandro Solalinde; il card. Dieudonné Nzapalainga; il rabbino capo di Turchia, Isak Haleve, il rappresentante dei Rohingya dalla Birmania, Al-Haj U Aye Lwin, il reverendo Munib Younan, presidente della Federazione Luterana Mondiale; il card. John Olorunfemi Onaiyekan e il sultano Al Hajji Muhammad Sa'ad Abubakar III e numerosi rappresentanti delle religioni orientali.
A lui abbiamo chiesto di spiegarci in quale modo si possono aprire ‘strade di pace’: “Abbiamo scelto di intitolare ‘Paths of peace – Strade di pace’ l’incontro internazionale che si è svolto in Germania, nelle città di Münster e Osnabrück, dal 10 al 12 settembre, nella convinzione che è necessario riprendere con forza un’iniziativa di pace. Ci sono guerre che durano da troppo tempo, come in Siria e in Iraq. Ma anche conflitti a bassa intensità, in Africa e altrove. Senza contare la violenza diffusa, di cui sono vittime molti paesi dell’America Latina, e la minaccia del terrorismo globale, che ha insanguinato anche alcune città europee, come Barcellona. E proprio nella città catalana, ad agosto si è tenuto un grande convegno di giovani europei (erano più di 500) che hanno voluto manifestare la loro volontà di pace e l’impegno a costruire la società del vivere insieme. Noi di Sant’Egidio siamo convinti che il dialogo e l’integrazione possano aprire strade di pace. Le religioni aumentano le passioni e le emozioni e possono anche essere manipolate. Ma se indirizzate verso la pace e il dialogo restituiscono un’anima a Paesi e continenti in crisi e divisi al loro interno”.
E proprio da Barcellona i giovani della Comunità di Sant’Egidio hanno chiesto di non erigere muri: saranno ascoltati?