Bologna , sabato, 9. settembre, 2017 14:00 (ACI Stampa).
Salutiamo il Cardinale “inaspettatamente, con l’amarezza di tanti discorsi interrotti e con una presenza che viene a mancare, importante per la Chiesa tutta e per la nostra città”. Così l’Arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi nell’omelia pronunciata nella Messa esequiale del Cardinale Carlo Caffarra, Arcivescovo emerito di Bologna, morto mercoledì scorso.
Zuppi ricorda il legame di Caffarra con l’Eucarestia: “l’ha celebrata sempre con devozione intensa, quasi estraniandosi fisicamente per immergersi nella grandezza dell’orizzonte salvifico, con un trasporto personale di abbandono, di ascolto, di intimità con Colui che è stato il centro di tutta la sua vita”.
“Il Cardinale - aggiunge Zuppi - ha amato e servito l’unità della Chiesa, con intelligenza e fermezza e allo stesso tempo con tanta delicatezza e profonda vicinanza umana ad ogni persona, con ironia sempre colta e misurata.Tutti lo ricordiamo come un uomo affettuoso, sensibile, sincero, come mi disse parlando di lui Papa Francesco, con i tratti della timidezza. In tempi di narcisismo protagonista e di esibizione di sé la riservatezza del Cardinale è una ricchezza che aiuta a andare oltre le apparenze e a cercare la profondità interiore in ogni incontro e nel sensibilissimo relazionarsi degli uomini”.
Caffarra - precisa ancora il suo successore - “non voleva essere affatto confuso con interpretazioni e posizionamenti preconcetti che, al contrario, indeboliscono l’unità. Il suo era un amore indiscusso ed obbediente per Cristo e per la Chiesa e alcune interpretazioni strumentali o divisive lo amareggiavano profondamente”.
Il Cardinale Caffarra - ricorda infine ancora Monsignor Zuppi - aveva tre amori: “i sacerdoti, le famiglie, i giovani”. Importantissima poi la sua attività di docente e come pastore “ha amato Bologna e la sua Chiesa e la città, con passione e dedizione, senza riserve, fino allo sfinimento fisico. Silenziosamente, ma con tanta predilezione, ha amato i poveri, che aiutava e difendeva”.