Milano , martedì, 8. agosto, 2017 12:30 (ACI Stampa).
Le “preziose reliquie” del Cardinale Dionigi Tettamanzi, salito al cielo lo scorso sabato, sono per il Cardinale Angelo Scola “i momenti in cui abbiamo potuto godere dell’intensa umanità del caro Dionigi”. In una omelia che anche dei momenti personali, il Cardinale affida a Dio l’anima del suo predecessore come pastore della diocesi di Milano.
È un Duomo gremito, quello che saluta il Cardinale Dionigi Tettamanzi, con molte personalità istituzionali e anche rappresentanti del mondo ortodosso e islamico. La partecipazione popolare è stata altissima, al Rosario cui ieri sera ha partecipato il Cardinale Scola, alla Messa di suffragio che ha tenuto ieri mattina l’arciprete della Cattedrale, monsignor Borgonovo, e in ogni momento di questo lungo saluto al proprio pastore. Ed è un momento di passaggio particolare, per la Chiesa di Milano: a concelebrare, c’è l’arcivescovo eletto Mario Delpini, che il 24 settembre entrerà ufficialmente in città come successore di Ambrogio. Fu il Cardinale Tettamanzi a volerlo come suo ausiliare.
Ancora, però, a guidare l’arcidiocesi di Milano c’è il Cardinale Scola, nelle vesti di Amministratore Apostolico. È lui, che fu vicino al Cardinale Tettamanzi, che celebra le esequie.
“Moltissimi tra noi – dice - hanno nel cuore fatti e momenti in cui hanno potuto godere dell’intensa umanità del caro Dionigi. Ad essi ritorneremo quasi a preziose reliquie, di essi parleremo agli adolescenti, ai giovani, ai figli, ai nipoti per aiutarli a crescere”.
Ricordando il suo predecessore, il Cardinale Scola sottolinea che “colpiva in lui il permanente sorriso, espressione di una umanità contagiosa”. Ma ricorda anche la sua vita pubblica, dal suo essere guidato "da un profondo senso di giustizia che si esprimeva nella promozione e nella difesa dei diritti di tutti e di ciascuno vissuti nel loro legame profondo con i doveri e garantiti da buone leggi", e la sua capacità di "denunciare senza timidezze, ma sempre in modo costruttivo, i mali delle nostre terre, dando prima di tutto l’esempio.