Città del Vaticano , lunedì, 4. settembre, 2017 16:00 (ACI Stampa).
“Novant’anni fa, il 24 agosto 1927, quattro intrepidi bibliotecari, due catalogatori e due aspiranti catalogatori della Biblioteca Apostolica Vaticana, s’imbarcarono per gli Stati Uniti sulla nave “Paris”, a Le Havre. Raggiunsero New York il 31, lì si divisero per le rispettive destinazioni dove avrebbero appreso le più moderne tecniche catalografiche in uso negli Stati Uniti”.
La memoria viene dalle pagine del secondo numero di OWL il bollettino della Biblioteca Apostolica Vaticana. Uno dei quattro era il giovane Igino Giordani che insieme a Gerardo Bruni aveva la promessa di essere assunto dalla Biblioteca completata la preparazione.
I due religiosi erano Enrico Benedetti e Carmelo Scalia che trascorsero un semestre alla Library of Congress, per lavorare soprattutto sulla soggettazione, la cui normativa in America era in viadi elaborazione. I quattro studiarono le aree meno esplorate Oltreoceano: la teologia,la liturgia, i testi biblici, ecc.
Giordani e Scalia rimasero per due semestri ad Ann Arbor, Michigan, e alla Columbia University di New York.
Come racconta OWL “la spedizione rientrava in un progetto proposto alla Vaticana dal Carnegie Endowment for International Peace, attraverso William Warner Bishop bibliotecario all’Università di Ann Arbor. Si trattava di tre distinte iniziative di natura catalografica riguardanti tutto il patrimonio librario della Biblioteca: manoscritti, incunaboli e stampati in genere. I quattro si sarebbero occupati di questi ultimi, reimpostando il codice catalografico e producendo descrizioni bibliografiche adeguate per tutte le collezioni, che si erano notevolmente accresciute negli ultimi decenni. In quegli anni alla Vaticana erano infatti giunte le grandi raccolte Barberini (1902; 36.000 volumi a stampa), Chigi (1923; 30.000 stampati) e Ferrajoli (1926; 40.000 volumi circa).