Assisi , giovedì, 3. agosto, 2017 9:00 (ACI Stampa).
"L'ardore col quale San Francesco amò il Signore divenne compassione e carità verso il prossimo e si trasformò in supplica a Dio perché riversi con abbondanza la sua misericordia sul suo popolo". Sono le parole dell'omelia del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin alla Chiusura dell'VIII Centenario del Perdono di Assisi, celebrato alla Porziuncola di Assisi.
"Fratelli, voglio mandarvi tutti in paradiso". Era infatti questo il sogno del poverello di Assisi, ottenere per tutti il perdono da ogni peccato. Sono passati 800 anni e ancora quel sogno bellissimo di Francesco di Assisi si avvera, ha spiegato il Cardinale.
Quelle di San Francesco per il cardinale Parolin sono "parole che ci dicono anche la missione fondamentale della Chiesa, quella di favorire l’incontro tra Dio e gli esseri umani, di costruire solidi ponti tra Cielo e Terra, di mostrare una via di salvezza offerta a tutti e non riservata a piccoli gruppi di dotti e sapienti". "Una strada - continua il segretario di Stato - accessibile ai poveri, agli ultimi, ampia e libera da ostacoli, che conduce alla salvezza, anche se attraverso una porta stretta come quella della Porziuncola, la porta dell’autentica conversione del cuore e della vita".
Perché Dio "si pone al nostro fianco, ci vuole portare tutti in Paradiso, ma utilizza canali di umiltà, scegliendo luoghi periferici e segni delicati".
"San Francesco - continua il Cardinale Parolin nella sua omelia - gioisce per la bontà del Signore che, con la concessione dell’indulgenza, offre con larghezza il perdono, togliendo non solo la colpa e la condanna, che sono il salario del peccato, ma anche la pena temporale residua per “mandarci tutti in Paradiso”.