Roma , giovedì, 3. agosto, 2017 10:00 (ACI Stampa).
“L’osservazione retrospettiva di quanto accadde a Trento, dalla metà degli anni Quaranta fino agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso, tra la giovane Silvia-Chiara Lubich e il suo Arcivescovo, mons. Carlo de Ferrari, suscita una meraviglia tale da accendere interesse anche negli storici”. Così Luigi Bressan, Arcivescovo Emerito di Trento, introduce i lettori nella storia della nascita di un carisma, quello dei Focolarini, grazie ad “una “inspiegabile” sintonia di intenti e di volontà di compiere il bene”.
Il volume "Quì c’è il dito di Dio”, da poco pubblicato per i tipi di Città Nuova, racconta il periodo in cui Chiara, e con lei il Movimento, era sotto studio da parte del Sant'Uffizio e della CEI.
Si tratta di un accurata ricerca storica firmata da Lucia Abignente, che però ha lo stile di un racconto e accompagna il lettore nelle pieghe dell’anima di due personaggi fondamentali nella storia italiana.
Monsignor de Ferrari e Chiara Lubich, scrive Bressan, “così diverse per età, carattere, cultura umana, esperienza ecclesiale, che si incontrano in uno dei momenti storici più drammatici e complessi del XX secolo. Nonostante tutto questo, si comprendono nel profondo, sono capaci di leggere l’uno nell’anima dell’altra”. É un periodo difficile quello della guerra mondiale prima e del dopo guerra.
“Le particolari condizioni della nostra terra - scrive Bressan- avrebbero potuto rendere problematica la ripresa della vita “normale” dopo la fine del fascismo e della guerra, dato il pericolo che le tensioni e i conflitti ideologici ed economici degenerassero in scontri violenti. Uno dei grandi meriti di mons. Carlo de Ferrari fu quello di far sì che prevalesse un clima di distensione operosa, in cui poté fiorire la ricchezza spirituale dei vari carismi”. E “del suo appoggio alle Focolarine (allora erano tutte donne) non si parlava molto in diocesi, poiché prevaleva una maggioranza contraria a un nuovo movimento, in un’epoca ecclesiale abituata piuttosto allo schematismo classico e strutturato”.