Città del Vaticano , venerdì, 21. luglio, 2017 12:30 (ACI Stampa).
Una conferenza sul disarmo, con una particolare enfasi sul disarmo nucleare, si terrà in Vaticano il prossimo 10 e 11 novembre.
La conferenza è una sorta di seguito del Trattato per il bando delle armi nucleari formalmente adottato dalle Nazioni Unite lo scorso 7 luglio. Il trattato è stato approvato da 122 Paesi, anche se erano assenti le potenze nucleari e i Paesi NATO tranne l'Olanda, che hanno definito gli obiettivi del Trattato come irraggiungibili. Le armi nucleari erano fino ad ora le uniche armi di distruzione di massa che non avevano un documento che le vietasse esplicitamente.
Sul tema del disarmo, e in particolare del disarmo nucleare, la Santa Sede è da sempre molto impegnata. Paese Membro e Fondatore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), la Santa Sede non si è mai opposta alla tecnologia nucleare -di cui ha sempre apprezzato i progressi ottenuti in campi come l’agricoltura, sicurezza alimentare, qualità degli alimenti, la lotta contro la peste devastante, la gestione di scarse risorse d’acqua, gli sforzi per monitorare l’inquinamento ambientale e la ricerca portata avanti per minimizzare questo inquinamento, ma soprattutto il successo nel campo della salute, con l’applicazione di tecniche come ad esempio i raggi X. gli acceleratori di particelle e il Programma di Azione per la Terapia anti cancro.
È piuttosto l’uso della tecnologia per fini bellici a preoccupare la Santa Sede, che ha appoggiato e partecipato a un ciclo di conferenze sulle conseguenze umanitarie delle armi nucleari. Le conferenze si erano tenute prima a Oslo, poi a Nayarit, e quindi a Vienna dal 9 all’11 dicembre 2014. Fu quella la prima riunione cui parteciparono alcuni degli Stati in possesso di un arsenale nucleare.
Da quell’incontro, era scaturita una dichiarazione finale firmata da 158 Stati, che sottolineava che “finché esisteranno le armi nucleari, rimarrà la possibilità di una esplosione nucleare. Anche se la probabilità che questo accada è piccola, date le conseguenze catastrofiche della detonazione di un’arma nucleare, il rischio è inaccettabile.”