Trieste , lunedì, 10. luglio, 2017 16:00 (ACI Stampa).
Nel maggio scorso papa Francesco ha firmato il decreto di venerabilità del cardinale vietnamita François-Xavier Nguyen Van Thuân, deceduto nel 2002 a 76 anni, che ha vissuto in modo eroico le virtù cristiane.
Lo stesso papa Francesco nel 2013 aveva così descritto il suo amore per Gesù e la Chiesa: “Sono molte le persone che possono testimoniare di essere state edificate dall’incontro con il Servo di Dio Francesco Saverio Nguyên Van Thuân, nei diversi momenti della sua vita… L’esperienza dimostra che la sua fama di santità si è diffusa proprio attraverso la testimonianza di tante persone che lo hanno incontrato e conservano nel cuore il suo sorriso mite e la grandezza del suo animo”.
Nominato vescovo di Nha Trang il 13 aprile 1967, nel 1975 fu nominato arcivescovo coadiutore di Saigon; due giorni dopo fu arrestato dalla polizia. Trascorse 13 anni in prigione, di cui 9 in isolamento. Fu liberato il 21 novembre 1988. Dieci anni più tardi, nel 1998, papa Giovanni Paolo II lo nominò presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.
Nei giorni successivi la notizia il vescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, fondatore e presidente dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa e stretto collaboratore del venerabile in quanto è stato segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha detto: “La notizia non mi è giunta inattesa ed ha riempito di gioia il mio cuore nel ricordo personale del Cardinale vivissimo ancora oggi in me. Non ho mai avuto dubbi che il cardinale avesse esercitato eroicamente le virtù cristiane, soprattutto, ma non solo, nel periodo della lunga e dura prigionia nei lager comunisti del Vietnam militarmente e ideologicamente conquistato. Ma ora che la Chiesa lo ha riconosciuto, posso ringraziare il Signore per la conferma”.
A lui abbiamo domandato di spiegarci il valore della firma del decreto di papa Francesco che riconosce le sue ‘virtù eroiche’: