Roma , lunedì, 24. luglio, 2017 10:00 (ACI Stampa).
La chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, che è stata affidata al nuovo cardinale svedese Anders Arborelius come chiesa titolare, custodisce una importante tradizione di meditazione monastica sui martiri cristiani. La chiesa non è tra le 25 parrocchie che costituiscono i più antichi tituli, perché viene costruita solo nel XVI secolo nei ruderi delle Terme di Diocleziano in memori dei martiri cristiani che le avevano costruite, secondo la leggenda medievale.
Il Rinascimento è un’epoca in cui si riscopre non solo la Roma classica ma anche l’eredità paleocristiana. Nuove catacombe con pitture paleocristiane vengono scoperte. Il patrimonio paleocristiano di Roma viene usato per dimostrare che la chiesa di Roma non aveva tradito la fede dei primi cristiani, come diceva la Riforma luterana. Le antichità cristiane vengono studiate e diventano mete di pellegrinaggi. Le Terme di Diocleziano erano tra queste per si pensava che fosse un luogo di martirio. La leggenda altomedievale racconta infatti come l’imperatore Diocleziano costringe i cristiani a costruire le terme, per poi occiderli. Tra i martiri c’era Papa Marcello e il prete Ciriaco. La memoria di quest’ultimo viene poi custodita da una chiesa, un titulus, costruita da qualche parte tra i ruderi. La chiesa viene donata nel 1019 da Papa Urbano II a San Bruno, fonatore dei certosini, per farne una Certosa. Ma la chiesa decade, e nel 1370 i monaci vengono spostati Santa Croce in Gerusalemme. Nel 1475 Sisto IV chiude S. Ciriaco trasferendo il titulus alla chiesa dei Santi Quirico e Giulitta vicino al Foro Romano.
Ma l’idea di costruire una chiesa nuova nelle terme circolava già nel XV secolo. Si trattava di trasformare la più grande delle aule conservate, il frigidarium, in una chiesa. Ma ci vuole tempo per realizzare il progetto. Dietro la realizzazione c’è un prete siciliano di nome Antonio Lo Duca. Aveva letto la leggenda di Papa Marcello, ed era inoltre devoto ai “Sette Angeli”, una devozione che all’epoca era molto diffusa. La devozione parte dalle parole dell’arcangelo Raffaele nel libro di Tobia: “Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore” (Tb 12, 15). Oltre i tre arcangeli si pensava di conoscere anche i nomi degli altri quattro. Perciò ad Antonio Lo Duca viene l’idea di dedicare una chiesa agli Angeli e ai Martiri nelle Terme di Diocleziano.
Ma ci vorrà del tempo. Lo Duca fa una prima richiesta a Paolo III nel 151 ma senza successo. 1547 riesce ad ottenere una mezza promessa di un altro corpo delle Terme, che più tardi nello stesso secolo diventerà la chiesa di San Bernardo, ma Lo Duca non combina nulla neanche questa volta. Man nel 1550 riesce a convincere Giulio III anche grazie alle pressioni di due futuri santi, entrambi molto interessati alla Roma paleocristiana, Filippo Neri e Carlo Borromeo. Lo Duca ottiene il suo permesso e il frigidarium viene consacrato con un semplice altare di legno. Ma dura solo un mese.
E’ solo con Paolo IV (1560-1565) che la chiesa viene realizzata veramente. Papa Pio affida il progetto a Michelangelo. Sarà il suo ultimo, e morirà prima della fine dei lavori. Chi sorveglia i lavori è il suo collaboratore Jacopo Del Duca, nipote di Antonio Lo Duca. Papa Pio IV si ricorda dell’antica Certosa che c’era stata una volta, e riporta i monaci da Santa Croce in Gerusalemme. Nel 1565 il Papa istituisce un titulus, che raccoglie l’eredità della chiesa medievale di S. Ciriaco. Nel 1566 la chiesa è pronta, ma Michelangelo è già morto un anno prima.