Città del Vaticano , giovedì, 28. maggio, 2015 9:00 (ACI Stampa).
"Non cessate mai di proclamare la verità, e insistete su di essa, in ogni occasione opportuna e non opportuna perché la verità vi farà liberi". E' questo uno dei compiti principali di un vescovo secondo il Papa emerito Benedetto XVI, che proprio oggi festeggia il 38/mo anniversario di episcopato. Il legame tra Verità e vescovo è stato centrale nel suo ministero episcopale: a Monaco e a Roma, da prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede prima e da Romano Pontefice poi. Il motto episcopale di Benedetto XVI recita infatti le parole "Cooperatores Veritatis".
"I Vescovi - ricordava ancora Benedetto XVI - hanno la prima responsabilità di edificare la Chiesa come famiglia di Dio e come luogo di aiuto vicendevole e di disponibilità, custodire la comunione ecclesiale e promuoverla e difenderla vigilando costantemente sul gregge affidatogli". I Vescovi devono dimostrare – aggiungeva – "discernimento, coraggio apostolico e paziente bontà nel cercare di convincere e di coinvolgere, perché le vostre indicazioni siano accolte di buon animo ed eseguite con convinzione e prontezza".
La missione del vescovo non è un compito facile, e Benedetto non lo ha mai nascosto sottolineando che tra i compiti di chi svolge il ministero episcopale c'è anche quello di "nutrire il gregge del Signore: ministero d'amore vigile, che esige totale dedizione fino all’esaurimento delle forze e, se necessario, al sacrificio della vita".
Papa Benedetto ha più volte spiegato che i Vescovi sono i successori degli Apostoli. "La successione apostolica del ministero episcopale è la via che garantisce la fedele trasmissione della testimonianza apostolica. Quello che rappresentano gli Apostoli nel rapporto fra il Signore Gesù e la Chiesa delle origini, lo rappresenta analogamente la successione ministeriale nel rapporto fra la Chiesa delle origini e la Chiesa attuale. Non è una semplice concatenazione materiale; è piuttosto lo strumento storico di cui si serve lo Spirito per rendere presente il Signore Gesù, Capo del suo popolo, attraverso quanti sono ordinati per il ministero attraverso l'imposizione delle mani e la preghiera dei vescovi". "Gli Apostoli e i loro successori - concludeva Papa Benedetto in una delle sue catechesi del mercoledì - sono pertanto i custodi e i testimoni autorevoli del deposito della verità consegnato alla Chiesa, come sono anche i ministri della carità: due aspetti che vanno insieme. Essi devono sempre pensare alla inseparabilità di questo duplice servizio, che in realtà è uno solo: verità e carità, rivelate e donate dal Signore Gesù".