Città del Vaticano , mercoledì, 28. giugno, 2017 10:15 (ACI Stampa).
“Per la persona, per il lavoro”. E’ questo il tema scelto dalla Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (CISL) in occasione del loro XVIII Congresso Nazionale. Sono parole molto gradite al Papa, tanto da osservare: “Avete scelto un motto molto bello per questo Congresso: persona e lavoro sono due parole che possono e devono stare insieme”. Papa Francesco ha ricevuto i Sindacalisti Lavoratori presso l’Aula Paolo VI, prima dell’Udienza Generale.
Nel suo discorso ai presenti il Pontefice sottolinea: “Se pensiamo e diciamo il lavoro senza la persona, il lavoro finisce per diventare qualcosa di disumano, che dimenticando le persone dimentica e smarrisce sé stesso. Ma se pensiamo la persona senza lavoro, diciamo qualcosa di parziale, di incompleto, perché la persona si realizza in pienezza quando diventa lavoratore, lavoratrice; perché l’individuo diventa persona quando si apre agli altri, alla vita sociale, quando fiorisce nel lavoro”.
Per il Papa argentino il lavoro è “una forma di amore civile: non è un amore romantico né sempre intenzionale, ma è un amore vero, autentico, che ci fa vivere e porta avanti il mondo”.
Francesco denuncia poi le varie situazioni che pesano nella società italiana odierna: “E quando non sempre e non a tutti è riconosciuto il diritto a una giusta pensione – giusta perché né troppo povera né troppo ricca: le pensioni d’oro sono un’offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere, perché fanno sì che le diseguaglianze del tempo del lavoro diventino perenni. O quando un lavoratore si ammala e viene scartato anche dal mondo del lavoro in nome dell’efficienza – e invece se una persona malata riesce, nei suoi limiti, ancora a lavorare, il lavoro svolge anche una funzione terapeutica: a volte si guarisce lavorando con gli altri, insieme agli altri, per gli altri”.
Per Papa Francesco una società che agisce in questo modo è “una società stolta e miope”: costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti. E qui l’invito forte del Papa: “È allora urgente un nuovo patto sociale per il lavoro, che riduca le ore di lavoro di chi è nell’ultima stagione lavorativa, per creare lavoro per i giovani che hanno il diritto- dovere di lavorare. Il dono del lavoro è il primo dono dei padri e delle madri ai figli e alle figlie, è il primo patrimonio di una società. È la prima dote con cui li aiutiamo a spiccare il loro volo libero della vita adulta”.