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San Luigi Gonzaga, il no al trono per la Compagnia di Gesù

Figlio del marchese Ferrante Gonzaga, nacque il 19 marzo del 1568. Fin dall'infanzia il padre lo educò alle armi ma lui decise poi di entrare nella compagnia di Gesù. Rinunciò al titolo nobiliare e all’ eredità. Andò a Roma dove morì di peste a 23 anni.

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All'interno della più famose agiografie San Luigi Gonzaga viene ritratto con la corona sotto il piede. Questo perchè il santo, nato nella nobile ed illustre casata dei Gonzaga, scelse di divenire religioso della compagnia di Gesù e rifiutò il trono in favore del fratello Rodolfo.

San Luigi Gonzaga nacque a Castiglione delle Stiviere nel 1568 e morì a Roma nel 1591 a ventitrè anni. In questo brevissimo arco temporale, però, seppe fare della sua vita un cammino ascetico che lo condusse alle più alte vette della santità.

Nato in una nobile famiglia italiana visse gran parte della sua vita a corte fra Mantova e Firenze ma rifiutava di fare vita di corte e spesso si rifugiava nella preghiera.

Fin da piccolo manteneva un carattere piuttosto serio e riflessivo. Di lui ci sono rimaste differenti lettere ma, in modo particolare, una che si medita il giorno della sua festa ,all'interno del breviario, in cui il santo scrive alla diletta madre. Da tale lettura emergono i pliastri su cui si fonda la sua ricca personalità e la sua scelta di amare Dio, prima e sopra di tutto. Manifesta un delicato affetto verso la donna che lo aveva dato alla vita e soprattutto evidenza il distacco dalla terra con uno sguardo tutto proiettato verso il cielo.

Ma Luigi non è antipatico nè altezzoso anzi si rivela attentissimo agli altri ed alle esigenze di coloro che vivono con lui. Difatti si legge, nelle cronache dello studentato della Compagnia di Gesù, che il santo era sempre disposto ad ogni servizio, anche il più piccolo con la sempre consueta serietà e compostezza. Nulla di originale nei suoi modi, niente di differente dai compagni .Tutto nella normalità ma questa normalità era straordinariamente allegra e soprattutto composta.

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Dal 25 novembre 1585, quando era stato accolto nell'istituto religioso non aveva cambiato di molto la sua vita, mantenne sempre una maggiore e più intensa unione in Dio.

Tra i suoi compagni diffondeva il culto al Sacro Cuore di Gesù ed un amore pieno verso il Cristo crocifisso in cui spesso si rifugiava per comprendere la realtà e la "sua realtà" fatta di amore, preghiere e sacrificio.

Visitando la sua stanza, nella chiesa di Sant'Ignazio a Roma, si conserva ancora un quadretto che portò con se da Mantova che ritrae un Crocifisso ed a cui il Santo era molto legato non perchè di particolare valore, ma perchè conteneva tutto il suo amore: Cristo crocifisso.

Morirà nel 1591 presso l'ospedale della Consolazione a Roma, dove si era adoperato per soccorrere i poveri ammalati.

Questo giovane di 23 anni ci ha lasciato un esempio tuttora valido ed efficace: servire nella vita la vera nobiltà, Cristo ed i suo regno, passando da una corona di oro umano ad una corona di palma ma messa sulla sua fronte nella realtù del cielo.