Città del Vaticano , giovedì, 22. giugno, 2017 9:00 (ACI Stampa).
Il dibattito internazionale sulla corruzione che si è tenuta in Vaticano lo scorso 15 giugno rappresenta il punto di arrivo di un percorso cominciato tempo fa. Perché già, nell’ambito dell’allora Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace – ora Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale – si erano fatti degli incontri informali sulla corruzione. Tra i partecipanti, l’arcivescovo Michele Pennisi di Monreale, che era membro del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.
Eccellenza, come erano strutturati gli incontri?
Ho partecipato ad alcuni degli incontri. Si trattava di incontri a porte chiuse, di pochi esperti, che si sono riuniti per diversi mesi per cercare di vedere quale poteva essere il contributo della Chiesa in collaborazione con altri per cercare di dare una risposta alla corruzione. Di questo gruppo facevano parte vescovi, sacerdoti, anche giornalisti – personalità che ora ritroviamo in questo incontro alla Casina Pio IV.
Quali erano le caratteristiche del gruppo?
Si trattava di un gruppo di una decina di persone, non troppo ampio, ma non è il caso di fare i nomi di alcuni dei partecipanti, che sono comunque stati inclusi in questo dibattito internazionale. Era emersa da questi incontri proprio l’idea di un incontro plurale e internazionale sul tema della corruzione. Un incontro internazionale, perché quel gruppo era composto prevalentemente da italiani.