Roma , sabato, 17. giugno, 2017 10:00 (ACI Stampa).
In Italia è molto forte la devozione ad uno dei santi più popolari: Sant’Antonio da Padova. Molti nostri paesi e città lo hanno eletto come loro patrono. In molte abitazioni, uffici, strutture varie, e non solo in Italia, spesso troviamo un quadretto con l’immagine del Santo e addirittura alcune statuette.
Da Padova: due segni concreti per la festa di Sant'Antonio
Proprio a Padova sono centinaia di migliaia i pellegrini che annualmente visitano la Basilica papale a lui dedicata. E la festa del 13 giugno diventa occasione, per la città del Santo, per “fermarsi e per pensare a se stessa, confrontandosi ancora una volta con la forza del messaggio evangelico di cui il Santo è stato voce potente e coerente”, ha detto il vescovo, mons. Claudio Cipolla, nel suo messaggio auspicando ( visto che la festa di quest’anno è caduta in un momento in cui la città sta scegliendo chi la amministrerà per i prossimi anni), che ogni passaggio elettorale “sia sempre occasione di crescita di tutta una città, in termini di partecipazione, di consapevolezza, di senso di appartenenza, di visione alta della vita civile.
Come Chiesa viviamo la speranza che, non solo per l’amministrazione pubblica, ma in ogni ambito si trovino sempre persone disponibili a servire questa città con generosità, gratuità, coraggio e sguardo lungo verso il futuro”. E a Padova, domani, Solennità del Corpo e Sangue del Signore (Corpus Domini), due i segni concreti di speranza della Chiesa che si fa azione. Il primo è la riapertura della chiesa del Corpus Domini in via Santa Lucia, danneggiata alcuni anni fa dal terremoto, dove – ha detto mons. Cipolla - riprenderà l’Adorazione perpetua: “è il richiamo al pane spirituale, di cui parlava anche Sant’Antonio: il pane dell’Eucaristia, memoriale del gesto d’amore del Signore Gesù che si dona per noi, al quale ogni giorno possiamo attingere per nutrire la nostra vita interiore”.
Questo riferimento all’Eucaristia rimanda anche “ai tanti bisogni dello spirito di ogni persona di cui è necessario farsi carico: relazioni, cultura, bellezza, unità, pace”. E poi un secondo segno che riguarda le Cucine Economiche Popolari, istituzione simbolo della carità e del “pane” donato a Padova. Esse – ha detto il presule - diventeranno un vero e proprio “Cantiere di Carità e Giustizia”, con l’istituzione di una Fondazione canonica. “È il richiamo al pane materiale, che nutre questa vita terrena, dono essa stessa di Dio”, ha spiegato mons. Cipolla annunciando che la Fondazione verrà intitolata a don Giovanni Nervo e a don Giuseppe Benvegnù-Pasini, due presbiteri diocesani, fondatori tra l’altro della Caritas italiana, e che hanno vissuto nella loro vita e nel loro ministero “una sintesi perfetta tra Eucaristia e impegno sociale affinché ogni bisogno trovi nella comunità una risposta efficace e dignitosa”.